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Oculistica

Vista, dopo i 70 anni dall’oculista una volta ogni dodici mesi

26/01/2018

L’attenzione da riservare alla vista e alla salute degli occhi dev’essere elevata sin dai primi anni di vita. La prevenzione delle malattie oculari parte quindi dall’infanzia e può essere di cruciale importanza soprattutto in determinate fasi della vita. L’età scolare, ad esempio, è il momento in cui è importante diagnosticare e correggere i difetti della refrazione, come la miopia o l’astigmatismo. Altra fase altrettanto delicata è l’approssimarsi alla terza età, quando iniziano a sorgere le alterazioni legate all’invecchiamento. Come prendersi cura della propria vista dopo i 60 anni? Ne parliamo con il dottor Fabrizio Camesasca, specialista in oftalmologia di Humanitas.

Gli occhi e l’età

Gli anni passano e… la vista ne risente. L’età è infatti un fattore di rischio non modificabile per diverse patologie oculari. Anche un occhio sano e dalla vista acuta inevitabilmente, dopo una certa età, va incontro a un calo delle prestazioni. Un gesto noto e rivelatore lo si osserva quando, per leggere con meno difficoltà e più chiaramente, si tende a distanziare dal viso il materiale stampato o lo schermo di un dispositivo elettronico. È la presbiopia, una condizione associata all’invecchiamento che comincia a manifestarsi dopo i 40 anni. Questa condizione è dovuta alla perdita di efficienza del sistema lente-muscolo di accomodazione oculare, che perde progressivamente la sua funzione, quella di cambiare il potere ottico complessivo dell’occhio.

Sempre in età adulta, cambia inoltre la capacità dell’occhio di adeguarsi rapidamente alle variazioni di illuminazione e spesso la visione nelle ore serali peggiora, basti pensare alla guida al crepuscolo o di notte.  Questa è legata alla progressiva minor capacità di dilatazione pupillare e, ancora, al progressivo deficit di accomodazione.

Le patologie oculari

Dopo i cinquant’anni, anche se la qualità visiva non lo mostra immediatamente, alcune malattie correlate all’invecchiamento potrebbero iniziare a manifestarsi. Si tratta dell’alterazione di tessuti che svolgono una funzione critica nel processo della visione o nel corretto funzionamento dell’organo visivo.

Se è la lente interna dell’occhio, il cristallino, che perde la sua trasparenza a causa dei raggi solari, si parlerà di cataratta. Se si altera il sistema di scarico del liquido prodotto all’interno dell’occhio, si andrà incontro a un progressivo aumento della pressione interna oculare. Questa situazione genera un lentissimo e asintomatico danno al nervo ottico con riduzione progressiva del campo visivo: il glaucoma.

Quando invece ad alterarsi è la gelatina contenuta nel globo oculare, il corpo vitreo, fanno la loro comparsa nella visione opacità, riferite come nebbia, gelatina, mosche volanti, etc., o addirittura lampi, meglio percepiti nell’oscurità o anche durante il giorno. I lampi sono espressione della trazione che il vitreo –  alterato a causa dell’età – esercita sulla retina.

Entrambe queste alterazioni sono meritevoli di controllo oculistico immediato.

Infine, se a invecchiare è il tessuto che vede, la retina, si andrà incontro alla degenerazione maculare senile, malattia che determina una progressiva ma drammatica perdita della visione centrale.

Le visite

A proposito di controlli, dopo i 60 anni a quale frequenza è indicato sottoporsi alle visite oculistiche? «La società Americana di Oculistica (American Academy of Ophthalmology) consiglia una visita oculistica ogni tre anni e, dopo i 70 anni, con cadenza annuale», ricorda il dottor Camesasca.

Avere già la vista “compromessa” da un difetto di refrazione, ad esempio la miopia, può far cambiare questa frequenza: «Posto che restano indicati gli intervalli sopra menzionati, la “quantità” di miopia è il fattore più importante. Per convenzione – sottolinea lo specialista – si parla di miopia “grave” quando sono necessarie sei o più diottrie di correzione miopica. In questi soggetti aumenta il rischio di danni retinici, la cataratta insorge più precocemente, il glaucoma è più frequente. In questi casi, e soprattutto se è presente una familiarità per malattie oculari, il controllo annuale offre maggiore protezione».

Ma una volta superata la mezza età quali sono i sintomi che devono spingere a rivolgersi all’oculista? «Il primo concetto da comprendere è che gli occhi sono due, ognuno è una telecamera indipendente che contribuisce alla percezione complessiva che chiamiamo vista. È quindi importante conoscere la vista del singolo occhio e, se compaiono sintomi, capire quale dei due occhi è coinvolto. I sintomi che ci devono indurre a un controllo al di là degli intervalli consigliati sono la riduzione della capacità visiva mono o bilaterale, la percezione di distorsione delle linee rette, la comparsa di lampi o “mosche volanti”. In questi casi il controllo va effettuato al più presto possibile», conclude il dottor Camesasca.

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