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Prevenzione

Ictus e infarto, solo una questione genetica?

23/03/2015

Di cuore si continua a morire, nel mondo. Le malattie coronariche (CAD), su tutte ictus e infarto, rappresentano la prima causa di decessi per patologie al mondo. Le cause di queste malattie hanno una natura genetica, in primo luogo, ma anche un’origine legata agli stili di vita adottati.

Per operare una prevenzione efficace sulle malattie coronariche bisogna dunque poter agire sui fattori di rischio sia con terapie mediche specifiche sia con azioni mirate a correggere gli stili di vita.

Da questo punto di vista, importante è l’opera svolta dalla ricerca medico-scientifica. «Il nostro gruppo di lavoro – dice il dott. Giulio Stefanini specialista dell’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica di Humanitas, responsabile del progetto di ricerca “Al cuore della prevenzione: nuovi marcatori predittivi di ictus e infarto” – si pone l’obiettivo di identificare nuovi marcatori (biomakers) predittori di eventi ischemici (ictus e infarto) a breve termine. Cioè: individuare in modo sistematico e obiettivo i malati cardiovascolari a più alto rischio ».

 

Uno studio basato sulle variazioni a livello cellulare

Per ottenere questo risultato, il gruppo di ricerca di Humanitas sta studiando le variazioni di alcuni elementi presenti a livello cellulare: «Il nostro riferimento – sottolinea il responsabile del progetto – sono le variazioni cui sono soggetti, in presenza di malattia coronarica, i metaboliti, le proteine e alcuni elementi cellulari di recente scoperta (miRNA), che contribuiscono attivamente al processo di espressione di un gene».

Una ricerca destinata a incidere sull’aspetto preventivo, sia esso legato a chi è vittima per la prima volta di una malattia coronarica (prevenzione primaria), sia esso relativo a chi ha già avuto un primo evento legato alla CAD (prevenzione secondaria): «Per il nostro studio – conclude il dottor Stefanini – arruoliamo persone che hanno malattie cardiovascolari che già sono state sottoposte a un intervento di rivascolarizzazione coronarica. I risultati comparativi dei relativi dati clinici e biochimici ci permetteranno, questa la nostra certezza, di redigere una caratterizzazione della malattia che ci permetterà di sviluppare nuove e ancor più efficaci strategie di prevenzione su infarto e ictus».

 

Commento a cura del dottor Giulio Stefanini

specialista dell’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica

 

La ricerca di Humanitas e il 5×1000

Il progetto di Humanitas “Al cuore della prevenzione: nuovi marcatori predittivi di ictus e infarto” è tra i progetti che potranno essere sostenuti attraverso il versamento del 5×1000.

 

Per avere più informazioni sui progetti di Humanitas da sostenere con il 5×1000 e per esprimere online la preferenza sull’area di ricerca cui Humanitas dovrà destinare i fondi del 5×1000, clicca qui.

 

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