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Occhi

Cheratocongiuntivite secca: che cos’è e quali sono i sintomi

28/04/2023

La cheratocongiuntivite secca è un disturbo che si caratterizza per la secchezza della superficie oculare occupata dalla congiuntiva, la membrana di rivestimento delle palpebre, e dalla cornea.

Si manifesta in particolare nelle persone di sesso femminile fra i 40 e i 60 anni e si accompagna spesso a secchezza delle fauci (xerostomia).

Ne parliamo con il dottor Pietro Rosetta, responsabile di Oculistica di Humanitas San Pio X.

Quali sono le cause della cheratocongiuntivite secca?

La cheratocongiuntivite secca può essere causata da due principali fattori: l’iposecrezione lacrimale e l’occhio secco da evaporazione.

In caso di iposecrezione lacrimale, la ghiandola lacrimale non produce abbastanza lacrime da lubrificare l’intera superficie dell’occhio, ed è la causa più comune nelle donne in post-menopausa. La secchezza oculare (xeroftalmia) può anche essere un sintomo della sindrome di Sjögren o di malattie sistemiche autoimmuni come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico. Alcuni farmaci, come i diuretici, gli anticolinergici, gli antidepressivi, i beta-bloccanti e i decongestionanti, possono favorirne l’insorgenza.

Nell’occhio secco da evaporazione, la quantità di lacrime prodotta dalla ghiandola lacrimale è sufficiente, ma la composizione del film lacrimale è alterata, causando una rapida evaporazione e un’inadeguata umidificazione della superficie oculare.

Altre possibili cause includono l’apertura parziale degli occhi durante la notte (lagoftalmo notturno) o una frequenza di ammiccamento insufficiente (come nel caso del morbo di Parkinson). Alcuni farmaci come gli antipsicotici, gli agonisti adrenergici e le iniezioni di tossina botulinica possono aggravare la secchezza oculare.

Quali sono i sintomi della cheratocongiuntivite secca?

I sintomi comuni includono:

  • irritazione
  • bruciore
  • prurito
  • tensione oculare
  • sensazione di pressione dietro l’occhio
  • percezione di sabbia o corpo estraneo nell’occhio

Questi sintomi possono peggiorare in caso di attività che richiedendo una fissazione costante riducono la frequenza di ammiccamento, in ambienti secchi e polverosi, sotto l’uso di determinati farmaci e in altre situazioni specifiche.

La secchezza oculare può portare a:

  • ulcere
  • cicatrici
  • perdita della regolarità e della trasparenza della superficie corneale
  • una compromissione della vista (solo in alcuni casi)

Sebbene la cheratocongiuntivite secca possa essere una condizione grave, raramente porta alla perdita della vista e i sintomi possono essere alleviati con una terapia sostitutiva della lacrimazione.

Come avviene la diagnosi di cheratocongiuntivite secca?

La diagnosi si basa sui sintomi riportati dal paziente, sull’aspetto degli occhi e su alcuni esami. Tuttavia, questi esami vengono eseguiti prima dell’instillazione di qualsiasi collirio.

Il medico esamina l’occhio con una lampada a fessura, uno strumento che ingrandisce l’occhio per determinare eventuali danni. Durante l’esame, il medico può instillare alcune gocce di un colorante per evidenziare le aree danneggiate della cornea che altrimenti non sarebbero visibili

Il test di Schirmer, in cui viene posizionata una striscia o un filtro di carta sulla rima palpebrale, viene utilizzato per misurare la quantità di lacrime prodotte in 5 minuti. Inoltre, il medico può misurare il tempo impiegato dall’occhio per seccarsi quando la persona mantiene lo sguardo fisso, noto come tempo di rottura del film lacrimale.

Come avviene il trattamento di cheratocongiuntivite secca?

Le lacrime artificiali, che sono colliri contenenti sostanze che simulano le lacrime naturali, sono in grado di controllare il problema se usate a intervalli regolari durante il giorno. Vi sono inoltre lacrime artificiali prodotte come gel lubrificanti, le quali applicate prima di dormire hanno una più prolungata efficacia e aiutano a prevenire la secchezza mattutina, ma possono offuscare la vista e quindi non sono adatte per l’uso diurno.

Colliri contenenti ciclosporina possono essere utili, in taluni casi diagnosticabili solamente mediante visita oculistica, per ridurre l’infiammazione associata alla secchezza oculare, ma richiedono diversi mesi prima di produrre un effetto evidente e possono causare bruciore.

Qualora la causa della ridotta qualità della lubrificazione della superficie oculare sia imputabile ad una costante infiammazione delle palpebre, il ricorso ad un ciclo di trattamenti di luce pulsata può contribuire alla ricostituzione del corretto equilibrio lacrimale.

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