Alcune mamme credono che la produzione di latte e l’allattamento al seno sia favorito dal contatto skin-to-skin ovvero pelle a pelle, soprattutto quando il contatto avviene subito dopo il parto. Vero o falso? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Paola Marangione, primario di Neonatologia e Patologia Neonatale dell’ospedale Humanitas San Pio X.

“Vero. Mettere in contatto mamma e bimbo nella prima ora dal parto, con un contatto pelle a pelle che duri almeno 60 minuti, permette al neonato di riprendersi dall’esperienza del parto e di trovare da solo, guidato dall’olfatto, la strada verso il capezzolo, favorendo così l’allattamento al seno – spiega l’esperta. – Il contatto pelle a pelle aiuta ha benefici sia per la mamma sia per il neonato perché da una parte aiuta il neonato a mantenere costante la temperatura corporea, superare lo sbalzo termico dopo il parto, tranquillizzarsi e piangere di meno, dall’altra il contatto con il proprio bambino favorisce nella mamma il rilascio di ossitocina, un ormone che aiuta l’utero a contrarsi prevenendo così l’emorragia dopo il parto, e prepara il seno alla produzione di colostro, il primo latte. Pertanto, proprio l’attaccamento alla nascita del neonato al seno favorisce la produzione del latte e il successo dell’allattamento esclusivo e, più a lungo, al seno. Anche le mamme che partoriscono con taglio cesareo possono avere l’esperienza e i benefici dello skin-to-skin, se mamma e neonato stanno entrambi bene dopo il parto. Infine, è in questi momenti in cui mamma e bambino riposano insieme, si ammirano, la mamma coccola per la prima volta il suo bimbo e il neonato muove piano-piano la testa seguendo la voce della mamma, che nasce la relazione madre-figlio.”