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Tumore al seno, cosa dire ai propri figli?

15/10/2013

«Nel dubbio, non lo diciamo ai bambini?». Siamo fuori strada! Anche quando si ha a che fare con una malattia grave come il cancro, il dialogo fra mamma e figlio è la giusta via per non creare sconvolgimenti nei più piccoli. Parola della psicologa Beatrice Chiodini, autrice del libro “Mamma voglio che tu stia bene”, testo dedicato all’importanza della comunicazione con i propri figli, che è stato presentato nel corso dell’incontro Paziente diplomata: seminario per donne con e senza tumore al seno sabato 19 ottobre.

Un evento annuale dedicato alle donne, che si inserisce nell’ambito delle iniziative organizzate nel mese della prevenzione senologica. Giunto alla terza edizione, l’incontro quest’anno si è concentrato su 3 parole-chiave: informazione, comunicazione, consapevolezza.

 

Un aiuto alle famiglie

«Scuse del tipo “la mamma va via qualche giorno per lavoro” oppure “non sto piangendo ma mi bruciano un po’ gli occhi” non fanno altro che creare confusione nella mente dei piccoli – spiega l’autrice nell’introduzione –. I bambini, infatti, vivono la vita con una visione totalmente egocentrica della realtà che li porta ad attribuire a sé la causa di tutto ciò che avviene intorno a loro. Quindi, se la mamma piange si riterranno responsabili dell’accaduto. Erroneamente si pensa che, non-dicendo, si proteggono i figli, mentre invece la vera protezione avviene dicendo e spiegando».

Attraverso un excursus di avvenimenti ed emozioni il piccolo Filippo, protagonista del libro, racconta la sua storia con gli occhi di un bambino che vive il dramma della mamma ammalata di cancro. «L’intento – sottolinea la dott.sa Chiodini – è fornire uno strumento che sia d’aiuto per tutti quei genitori che si trovano nella difficile situazione di spiegare ai propri figli quanto stia accadendo, cosa sia questa malattia, il suo iter, le cure».

 

Il senologo Gatzemeier: il libro come tassello di un programma di formazione più ampio

«L’idea del libricino – spiega Wolfgang Gatzemeier, Vice Responsabile dell’Unità Operativa di Senologia di Humanitas Cancer Center – nasce da un progetto di formazione per le pazienti senologiche promosso e sostenuto da Humanitas Cancer Center dove informazione, comunicazione e consapevolezza sono le tre parole cardine. Un tumore comporta situazioni complesse da gestire, dalla diagnosi alla cura, dal follow-up, al nuovo assetto psicologico da raggiungere a livello sia personale, sia familiare. Si è voluto porre l’attenzione proprio sui più piccoli e su come spiegare loro una particolare situazione di vita, che non è un gioco».

Il libro è stato solo una delle novità della terza edizione di “Paziente diplomata”, che quest’anno si è concentrato sul ruolo imprescindibile della mente a sostegno del corpo colpito da una malattia grave come il tumore.

«Durante l’incontro, inoltre – spiega ancora Gatzemeier, che da anni lavora per dare alle pazienti gli strumenti necessari per una maggiore conoscenza di tutte le problematiche che riguardano la malattia – uno spazio interattivo è stato messo a disposizione delle donne presenti, per affrontare e sviscerare dubbi e incertezze legate ai cambiamenti che, inevitabilmente, una diagnosi di tumore comporta nella vita quotidiana e familiare».

 

Le amazzoni di Mamazone, dall’Alto Adige a Milano

L’incontro del 19 ottobre è stato organizzato da Humanitas Cancer Center, diretto dal dott. Armando Santoro, in collaborazione con la Scuola Italiana di Senologia e Mamazone – Frauen und Forschung gegen Brustkrebs. Quest’ultima,fondata nel 1999 dalla giornalista e scrittrice bolzanina Ursula Goldmann-Posch, è promotrice in Germania e in Alto Adige di numerose iniziative per la lotta al cancro al seno e, fra queste, anche del progetto “Paziente diplomata”.

La Scuola Italiana di Senologia, invece, da oltre 25 anni cura in Italia la formazione di tutte le figure professionali impegnate nella gestione delle pazienti con patologia mammaria e promuove campagne di educazione sanitaria e informazione volte a far crescere la cultura della prevenzione.

L’occasione è stata utile a tutte le donne per informarsi e confrontarsi sul tema del tumore al seno che, in Italia, fa registrare ogni anno oltre 40mila nuovi casi. In Europa, dove il numero delle persone colpite è in continua crescita, viene mediamente diagnosticato a una donna su nove nel corso della vita. Il tumore al seno, però, può essere oggi definitivamente guarito in un numero sempre maggiore di casi grazie a percorsi di cura innovativi e personalizzati sulle specifiche caratteristiche cliniche e biologiche di ogni singolo caso.

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