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Apparato respiratorio

Tra robot e interventi hi-tech: il futuro dell’oncologia toracica

09/02/2016

Immaginare il futuro della chirurgia toracica: si andrà verso una maggiore diffusione della chirurgia robotica?
Ne parliamo con la dottoressa Giulia Veronesi, responsabile della Sezione di Chirurgia robotica, e il professor Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica.

L’Italia è storicamente tra i Paesi all’avanguardia per l’impiego della chirurgia robotica ma nella chirurgia toracica oncologica la diffusione di questa moderna tecnica mininvasiva è ancora rallentata: “La robotica rappresenta una nicchia; sono 3-4 i centri che la robotica su base routinaria, tra cui l’ospedale Humanitas. Questo perché i costi sono piuttosto elevati ma anche perché la lobectomia polmonare è fra gli interventi più complessi”, spiega il prof. Alloisio.

 

La comunità scientifica ha documentato con diverse pubblicazioni i vantaggi della chirurgia robotica

“Rispetto alla videotoracoscopia, cioè l’approccio mininvasivo manuale precursore della robotica, la robotica ha apportato vantaggi tecnici indiscutibili, quali la maggiore ergonomicità e precisione dei movimenti e l’ottimizzazione della visione che è tridimensionale e ad immersione. Mancano ancora dati forti sui benefici per i pazienti in termini di decorso post operatorio e complicanze rispetto alla videotoracoscopia manuale”.

Rispetto alla chirurgia aperta i vantaggi della robotica sono quelli di poter replicare le stesse fasi della chirurgia tradizionale ma con ridotto trauma per i pazienti, preservandone quindi la qualità di vita.

“Un ulteriore marchio della “superiorità” della mininvasiva robotica rispetto alla manuale è anche – spiega la dottoressa Veronesi – la maggiore efficacia nell’asportazione dei linfonodi mediastinici e di arrivare laddove la videotoracoscopia manuale non può arrivare”. Questa tecnica è prevalentemente indicata infatti per l’asportazione di tumori più precoci mentre la robotica potrebbe essere impiegata per tumori anche in stadio più avanzato in modo che più pazienti possano beneficiare di trattamenti non traumatici.

Un ostacolo alla diffusione della chirurgia robotica è il costo delle apparecchiature e degli strumenti utilizzati: “Un obiettivo per il futuro è fornire maggiori prove sulla sostenibilità della robotica e sui benefici che possano giustificare i suoi costi aggiuntivi, ma anche sviluppare dispositivi robotici a costi accessibili a tutti”.

 

Chirurgia robotica protagonista anche in urologia e ginecologia

“Vogliamo avviare una collaborazione mediante una rete di specialisti che si occupano di chirurgia robotica per condividere i dati sui pazienti e le informazioni necessarie per avviare studi clinici. Pensiamo a una struttura in cui sia possibile cooperare e incoraggiare nuove idee ma anche definire gli standard per la formazione dei chirurghi di domani”.

Tecnologia ancora protagonista con la tavola rotonda dedicata alla chirurgia robotica nelle altre discipline come urologia e ginecologia e con l’incontro sull’integrazione fra TAC 3D e sala operatoria: “Si va verso un tipo di chirurgia mediata da computer e guidato dall’imaging della Tac tridimensionale”, conclude la dottoressa Veronesi.

Durante un workshop tenuto presso Humanitas, Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia, ha illustrato i diversi dispositivi: un nuovo umanoide, possibile precursore di un dispositivo per il trattamento robotizzato delle lesioni della laringe, un robot “plantoide”, i cui rami potranno entrare nel corpo umano a livello di circolazione del sangue, e un “anticorpo” computerizzato.

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