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Guanto robotico per recuperare il movimento della mano

30/03/2015

Un guanto robotico per la riabilitazione da ictus. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Hertfordshire in Inghilterra ha messo a punto due prototipi per il recupero del movimento delle mani nelle persone colpite da ictus. La ricerca è durata tre anni e ha prodotto buoni risultati nei 30 pazienti che hanno provato il guanto.

«Siamo di fronte a un dispositivo intelligente ed evoluto, dotato di una sorta di “sistema muscolare esterno” che sostiene i movimenti pregiudicati dalle lesioni», sottolinea il dottor Bruno Bernardini, responsabile dell’Unità di Riabilitazione neurologica dell’ospedale Humanitas. Il dispositivo permette l’estensione e la flessione del polso e l’uso delle dita. «I movimenti della mano sono i più complessi del nostro corpo – prosegue lo specialista. A livello cerebrale esiste una “mappa” di questi movimenti evoluti e programmati, frutto dell’apprendimento e della ripetizione, senza dimenticare naturalmente l’apporto genetico».

 

Un guanto robotico per riacquistare l’autonomia

«L’ictus cancella questa “mappa” e quindi la persona deve seguire delle sedute di riabilitazione per ri-apprendere i movimenti. Anche piccole lesioni possono causare grossi danni – aggiunge il dottor Bernardini –. L’esercizio prolungato nel tempo facilita la ripetitività del gesto; questi supporti più o meno intelligenti, più o meno evoluti, assistono il paziente nella riabilitazione. Il guanto dell’università inglese permette anche i movimenti più raffinati e più precisi della mano».

La riabilitazione è mediata dai terapisti, ma in questo caso, grazie al guanto robotico che si può usare comodamente da casa, l’autonomia dei pazienti aumenta. Il dispositivo è infatti dotato di sensori che inviano i dati relativi alla performance del paziente a un terapista che, in remoto, controlla gli esercizi. È possibile così rilevare quali sono le aree su cui intervenire, i movimenti da correggere, le azioni da ripetere. «Tuttavia, quello che mi lascia perplesso – conclude l’esperto – è il sistema di controllo dei movimenti che dovrebbe essere a carico del paziente. Se questi non riesce a imparare e memorizzare il gesto esatto, l’operazione diventa un po’ passiva e viene meno uno dei pilastri dell’apprendimento motorio».

                                                                                            Commento del dottor Bruno Bernardini

Responsabile Riabilitazione neurologica di Humanitas

 

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