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Marta Scorsetti: la precisione della moderna radioterapia

11/11/2003

Dubbi, paure e incomprensioni, la Radioterapia fa questi effetti. Circa i dubbi, un articolo può fare ben poco, perché il paziente deve cercare e ascoltare solo la voce del medico che effettuerà il trattamento radiante. Sarà suo compito spiegare quali siano gli effetti secondari che possono sopraggiungere e, nel caso, come affrontarli. Tuttavia, già capire in che cosa consiste la Radioterapia significa iniziare a non averne più paura e ad affrontarla nel modo più sereno possibile. Per questo abbiamo raggiunto la dottoressa Marta Scorsetti, Responsabile dell’Unità Operativa di Radioterapia e Radiochirurgia di Humanitas.

Che cos’è la radioterapia?
La Radioterapia è una delle più importanti modalità di cura dei tumori, basti pensare che circa il 70% dei pazienti oncologici effettua durante il suo percorso terapeutico almeno un ciclo di radioterapia. Essa può essere impiegata da sola con intento curativo ( radioterapia esclusiva) o in associazione ad altre metodiche come la chirurgia, la chemioterapia o l’ipertemia. La radioterapia, però, è anche impiegata a scopo palliativo per eliminare dolori particolarmente importanti o resistenti alle comuni terapie farmacologiche. Essa è anche in grado di curare tumori benigni o forme infiammatorie croniche e anche disturbi vascolari come le malformazioni artero venose (MAV). L’implementazione tecnologica ed informatica recente e l’informazione metabolica proveniente dalle metodiche diagnostiche più avanzate (PET, RMN funzionale) permettono di effettuare una radioterapia più selettiva ed efficace e contestualmente meno tossica per il paziente.

Come agisce?
Il trattamento si basa sull’utilizzo delle radiazioni ionizzanti in grado di agire sui tessuti determinandone la morte. Le applicazioni sono indolori e il paziente non è in nessun momento “radioattivo” e può continuare, senza timori, la sua vita familiare.

I fasci di radiazione compromettono anche le cellule sane?
I raggi distruggono la capacità di crescere e riprodursi delle cellule, tanto normali quanto ammalate, ma mentre i tessuti ammalati non riescono a riparare il danno cellulare , i tessuti sani ripararano nel tempo il danno provocato dalle radiazioni. Le prime apparecchiature a raggi Gamma (telecobalto terapia) colpivano oltre alle cellule malate anche i tessuti sani circostanti provocando spiacevoli effetti collaterali. Oggi, invece grazie alle moderne apparecchiature radioterapiche (Acceleratori lineari) e ai sofisticati sistemi per l’elaborazione dei piani di cura con calcolo tridimensionale della dose, questo rischio è ridotto al minimo . L’errore umano è, addirittura, azzerato grazie ad una gestione completamente informatizzata dell’intero processo terapeutico. Vi è una particolare tecnica di radioterapia denominata Radiochirurgia che permette l’irradiazione di piccoli volumi intracranici o corporei con estrema accuratezza e precisione grazie ad un particolare sistema di localizzazione spaziale dedicato per i vari distretti corporei. Una elevata quantità di dose può essere somministrata al volume bersaglio (tumore) senza danneggiare le cellule sane circostanti.

Si può quindi parlare di selettività, precisione e accuratezza della Radiochirurgia?
Certo , questa tecnica è particolarmente precisa ed affidabile e ha dato risultati molto buoni in un elevato numero di pazienti.
L’acceleratore lineare è inoltre affiancato, per aumentarne ancora di più la precisione, alla Pet una modernissima tecnica diagnostica in grado di fornire immagini molto precise e dettagliate di organi e tessuti del corpo umano e rilevare alterazioni funzionali. La Pet, così, individua all’interno del tessuto malato quali sono le aree metabolicamente più aggressive e con la Radiochirurgia vengono colpite in maniera ancora più precisa proprio queste aree. In questo modo la terapia risulta essere molto più efficace perché la dose viene somministrata soltanto dove è realmente necessaria ldiminuendo cosi la tossicità.

Quanto è importante invece l’ambiente di cura?
Durante il trattamento il paziente deve rimanere fermo in una precisa posizione attraverso l’utilizzo di particolari sistemi personalizzati come maschere termoconformabili che si modellano sul corpo o cuscini gonfiabili . A questo scopo , per aiutarlo a restare sereno e rilassato durante tutto il periodo di cura, un ambiente confortevole e il più possibile domestico diventa indispensabile. Pavimenti in legno e muri colorati, luci indirette possono, in questo senso, risultare utili. Ad esempio, in Humanitas, di fronte all’acceleratore abbiamo collocato una parete in tessuto elastico retroilluminata sulla quale possono essere proiettati, se il paziente lo desidera, tutti i colori dall’alba fino al tramonto. Variazioni cromatiche dinamiche proprio con lo scopo di rilassare e di non fare sentire mai solo il paziente. La cosa più importante rimane il rapporto personale con il medico e con il personale tecnico –sanitario , nessuno strumento infatti purchè preciso può sostituire un rapporto umano soppratutto in un momento cosi delicato della vita come quello della malattia.

A cura di Marco Menga

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