Stai leggendo Vinciguerra: con il laser in oculistica risultati eccellenti

Tecnologia

Vinciguerra: con il laser in oculistica risultati eccellenti

18/06/2001

Il laser per la correzione dei difetti visivi è ormai uno strumento terapeutico consolidato. Sono infatti migliaia gli italiani che in questi anni hanno affidato i propri occhi agli esperti di chirurgia refrattiva ottenendo risultati di ottima qualità. Il che significa non solo fare a meno degli occhiali, ma anche migliorare sensibilmente la propria qualità visiva grazie ad un intervento minivasivo che ha una forte valenza terapeutica. Sempre di intervento di tratta. Per questo motivo occorre prepararsi effettuando un serio screeening preventivo possibilmente in centri qualificati (e con grande esperienza)in grado di utilizzare tutte le tecniche a disposizione ed individuare quella più appropriata al caso trattato. Ecco i consigli del dott. Paolo Vinciguerra, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica di Humanitas.

Cosa ci si può realisticamente aspettare dall’intervento col laser?
I risultati che si ottengono sono in genere ottimi, ma non sempre si ottiene una correzione del 100 per cento. Soprattutto nei casi di difetti visivi elevati può essere necessario portare gli occhiali anche dopo l’operazione, generalmente con una gradazione molto bassa (meno di una diottria nel 97 per cento dei casi). I vantaggi ottenuti sono quindi considerevoli.
È bene considerare anche un’altra cosa: moltissimi miopi portano lenti che non permettono una correzione del 100 per cento. La stessa cosa può accadere nel caso si intervenga con il laser, con la differenza che in questo caso non si indossano più gli occhiali.

Può descriverci le diverse tecniche?
Una delle più diffuse è la Prk, utilizza il laser a eccimeri, che emette una luce ultravioletta, in grado di disintegrare selettivamente il tessuto su cui è indirizzata. Si utilizza nella cura di miopia, ipermetropia e astigmatismo di grado lieve o moderato. Il raggio luminoso permette di variare la curvatura della cornea, rimuovendo un sottilissimo velo di tessuto superficiale.
Prima dell’intervento l’occhio viene “addormentato” con un collirio anestetico e si applica un divaricatore delle palpebre che le mantiene aperte durante l’intervento. L’azione del laser dura una manciata di secondi e l’operazione complessiva richiede una decina di minuti in tutto.
Dopo l’intervento è necessario indossare una lente protettiva per quattro, cinque giorni, trascorsi i quali si comincia a vedere bene. Il vantaggio di questa tecnica è che si agisce solo sui tessuti superficiali della cornea, quindi non intacca la robustezza dell’occhio. Nel caso di difetti della vista di grossa entità ha però lo svantaggio di non garantire sempre risultati ottimali.
Più recente è la tecnica Lasik che, come la Prk sfrutta il laser a eccimeri, ma va a colpire gli strati più profondi della cornea, permettendo di curare difetti di notevole entità. Anche in questo caso l’occhio viene anestetizzato con un collirio, dopo di che si esegue una microincisione circolare incompleta sulla superficie della cornea. Il lembo di tessuto viene sollevato e spostato in modo da poter agire con il laser sul tessuto sottostante. Lo strato di cornea inciso viene riportato in posizione corretta e la ferita si rimargina da sola, senza bisogno di punti di sutura. La durata dell’intervento è di circa dieci minuti e dopo sole 24 ore si comincia a vedere bene. Per proteggere gli occhi sono sufficienti gli occhiali da sole.
Ultima nata, ha solo un anno e mezzo, è la tecnica Lasek. Del tutto simile alla Lasik ha il vantaggio di non richiedere l’incisione della cornea e quindi può essere applicato anche nei casi in cui la cornea sia molto sottile. In questo caso lo strato superficiale non viene tagliato, ma sollevato grazie alla azione di un farmaco costituito da una particolare soluzione alcolica e salina. Dopo l’intevento valgono gli stessi accorgimenti già visti per la Lasik.

L’operazione può provocare disturbi?
“Con la tecnica Prk (Photorefractive keratecomy) nelle ore successive all’intervento può comparire dolore che permane anche per 3 o 4 giorni, fino a quando la ferita guarisce completamente e il tessuto superficiale non si è nuovamente formato”.

In questo caso si prescrivono analgesici?
Con la tecnica Lasik non si accusa dolore, perché l’epitelio rimane perfettamente integro; al massimo si avrà per un po’ la sensazione di avere un “bruscolino” nell’occhio.

Qual è la preparazione che precede l’intervento?
“Prima di decidere se e come operare il chirurgo valuta il numero di diottrie da correggere, lo spessore della cornea e la sua distanza dalla pupilla, oltre al diametro di quest’ultima e le condizioni di salute della retina. Per poter fare queste valutazioni servono alcuni esami ambulatoriali, come l’aberrometria che scopre se ci sono irregolarità della cornea e la topografia corneale che valuta la forma della cornea e permette di capire se è abbastanza spessa da permettere la variazione della di curvatura con l’intervento laser. Se la cornea è molto sottile l’operazione può essere rischiosa. Oggi abbiamo a nostra disposizione una strumentazione che ci permette di simulare l’intervento sulla base dei dati del paziente e prevedere le possibilità di successo e la qualità dei risultati”.

Quali difetti possono essere curati con il laser?
“Soprattutto la miopia, ma anche ipermetropia e astigmatismo. Restano fuori i presbiti, perché il loro difetto non dipende dalla forma dell’occhio, che è l’elemento su cui interviene il laser eliminando strati microscopici di cornea.
Oggi il laser permette di risolvere problemi che in passato richiedevano il trapianto di cornea: opacità, visione notturna ad aloni, cicatrici cornee dovute a traumi (inclusi gli schizzi da sostanze chimiche) o infezioni da herpes. Grazie al laser, inoltre, è possibile curare patologie gravi come il cancro, infatti permette di asportare tumori della cornea, della sclera o della congiuntiva”.

Ci sono limiti per l’applicabilità?
“Sì, tanto che il 30- 40 per cento di coloro che richiedono l’intervento non risultano idonei. Si tratta di persone che hanno la cornea molto sottile, scarsa lacrimazione, deformazioni congenite. Non è consigliabile ai diabetici e a chi, come i giovani, ha un difetto visivo non ancora stabilizzato”.

Non c’è il rischio che il paziente muova l’occhio durante l’intervento?
Per evitare questo rischio abbiamo a disposizione una precisa strumentazione. Infatti durante l’intervento il malato deve fissare una luce rossa, che lo aiuta a tenere l’occhio più immobile possibile. Oltre a questo si utilizza anche un laser computerizzato chiamato “eye tracker” che può seguire anche i movimenti più impercettibili dell’occhio. Questo permette di scongiurare ogni rischio di errore.

E’ necessario il ricovero per l’intervento?
L’operazione può essere eseguita ambulatorialmente o in day- hospital. È però bene prevedere alcuni giorni di riposo in seguito all’intervento.

A cura della Redazione

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita