I progressi registrati nelle terapie dei tumori hanno portato, negli ultimi anni, ad un aumento delle guarigioni e della sopravvivenza. In relazione a ciò, si documenta un’aumentata incidenza del rischio di metastasi a livello soprattutto epatico e polmonare. In particolare il polmone, comportandosi come un filtro per il sangue che vi circola, è uno degli organi bersaglio per le metastasi di tumori che hanno origine anche da altre parti del corpo. Ciò significa che si possono trovare noduli metastatici polmonari in concomitanza al riscontro di tumori o più frequentemente ad insorgenza tardiva dopo il trattamento di tumori di altri organi o apparati. Fra le terapie più utilizzate, la chemioterapia e la resezione delle metastasi – solitamente fra loro associate ed integrate – costituiscono il trattamento più efficace.
Fino ad oggi si è optato per un trattamento chirurgico di asportazione delle metastasi (metastasectomia) che colpiscono il polmone con tecnica tradizionale a cielo aperto o con tecnica videotoracoscopica, quando il numero delle metastasi stesso è limitato e quando queste sono superficiali. Questa è la metodica più accettata dal paziente in virtù del limitato trauma e della ridotta degenza. Gli interventi di metastasectomia, indipendentemente dalla tecnica chirurgica con cui sono eseguiti, prevedono l’utilizzo di suturatici meccaniche, che tagliano e cuciono contemporaneamente. Ciò può causare un sacrificio di volume polmonare importante che può portare a un deficit respiratorio assai marcato, soprattutto nel caso di resezioni su entrambi i polmoni.
La chirurgia polmonare con il laser NdYAG
Per superare questi limiti, recentemente si eseguono interventi di metastasectomia mediante laser NdYAG con una lunghezza d’onda particolare, specificatamente dedicato alla chirurgia polmonare, ideato ed utilizzato a Dresda dal prof. Rolle e introdotto per la prima volta in Italia presso la clinica Humanitas Gavazzeni di Bergamo. “Questo tipo di laser – spiega il dott. Adriano Rizzi, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Toracica – in uso presso il nostro reparto da giugno 2004, riassume in sé le caratteristiche più importanti di precisione di taglio, di coagulazione e di effetto sigillante su bronchioli ed alveoli a livello dalla superficie di sezione grazie al suo alto coefficiente di assorbimento specifico per il tessuto polmonare. Questa metodica innovativa consente la rimozione selettiva di ogni nodulo, con scarsissimo danno del polmone e della funzione respiratoria.
Gli esami preoperatori, in particolar modo la TAC spirale e la PET, danno informazioni importanti, ma non sempre sono in grado di evidenziare tutti i noduli, soprattutto quando questi hanno dimensioni molto piccole, ad esempio come una capocchia di spillo. La persistenza di micronoduli non documentabili è causa di insuccesso sia della chemioterapia sia degli interventi videotoracoscopici. Per asportare radicalmente le metastasi, abbiamo scelto di procedere con la toracotomia tradizionale, tecnica che ci permette di controllare tutto il parenchima polmonare non solo visivamente, ma anche mediante una delicata, accurata e ripetuta palpazione; in tal modo si rimuovono tutte le metastasi visibili e palpabili direttamente.
Humanitas Gavazzeni è stato il primo centro in Italia ad utilizzare questa tecnica; con 35 interventi realizzati in meno di sei mesi, la nostra esperienza, pur essendo fra le prime a livello internazionale, ha già dato risultati lusinghieri sul piano sia funzionale sia oncologico, anche se è ancora troppo recente per poter trarre conclusioni sulla sopravvivenza dei pazienti a distanza di tempo. Il collega tedesco che ha ideato e sperimentato il metodo, che utilizza da alcuni anni, riferisce ottimi risultati in termini sia di sopravvivenza sia di qualità di vita nella numerosa serie dei pazienti da lui trattati”.
