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Ortopedia

Spalla, stretching e fisioterapia per evitare l’instabilità

07/11/2017

Quello della spalla è un distretto articolare complesso e molto mobile. La sua stabilità è garantita da un insieme di tessuti molli che però può andare incontro a cedimenti: il risultato è l’instabilità della spalla che riguarda in particolare l’articolazione gleno-omerale. «È formata dalla testa dell’omero e dalla glena, la superficie leggermente concava della scapola dove si adagia la testa dell’omero. Omero e glena sono a contatto e se questo contatto si perde ecco che si verifica una situazione di instabilità», spiega il dottor Mario Borroni, ortopedico della spalla e del gomito di Humanitas.

L’instabilità della spalla può manifestarsi con una lussazione (perdita completa dei rapporti articolari omero-glena) o di una sub-lussazione (perdita parziale dei suddetti rapporti), eventi comuni a chi si dedica all’attività sportiva, basti pensare agli sport di contatto come il rugby, ma anche al basket o alla pallavolo. In generale si è più esposti a instabilità in età giovanile. Le forme di instabilità che si possono ravvisare sono due a seconda del grado di alterazione dei rapporti articolari nell’articolazione gleno-omerale:

Instabilità maggiore

Questa è la forma più severa, «causata da una lussazione vera e propria. Si è perso completamente il rapporto articolare e l’articolazione deve essere rimessa a posto con una manovra dal personale sanitario. Se invece omero e glena non sono più a contatto ma la spalla torna da sola al suo posto allora l’instabilità è meno grave ed è quanto avviene più spesso in chi presenta lassità dei legamenti», dice il dottor Borroni. «Il paziente avverte dolore e non riesce a muovere la spalla; l’impotenza funzionale persiste fin quando la spalla non torna nella giusta collocazione».

Instabilità minore

Anche in questo caso si avverte dolore «sebbene – continua l’esperto – la spalla non abbia perso completamente il rapporto articolare. Semplicemente si muove di più di quello che dovrebbe, con una sensazione di dolore».

La lussazione

Pensiamo a un giocatore di rugby che cade con il braccio in avanti: il trauma che può derivare può causare la lussazione della spalla. Una sub-lussazione si verifica invece quando la testa dell’omero fuoriesce solo parzialmente dalla glena: «Anche questa condizione può essere causata da traumi ma anche da movimenti normali in pazienti lassi, predisposti, oppure per via di movimenti ripetuti che portano all’over-use dell’articolazione».

Un esempio classico di sportivo che può andare incontro a instabilità della spalla è chi gioca a pallavolo. Alla base del “difetto” articolare può esserci un alterato equilibrio tra la rotazione interna ed esterna dell’articolazione: «Un giocatore di pallavolo (o un tennista) che cerca un servizio migliore può lavorare per aumentare la rotazione esterna oltre i “normali” 90°. Ma a questo aumento può associarsi una riduzione della rotazione interna che scende dai normali 90° anche a 50-60°. Questo squilibrio porta la scapola a non muoversi più correttamente e a creare i presupposti per una spalla dolorosa e sfumatamente instabile».

Pertanto, per evitare di andare incontro a instabilità (minore) è necessario «recuperare un range di movimento completo e avere un adeguato controllo muscolare scapolo-toracico. Il primo si recupera con lo stretching mentre per il secondo occorrono specifici esercizi di fisioterapia», conclude il dottor Borroni.

 

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