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Sport ed età che avanza, attenti alla sarcopenia!

16/01/2015

Sarcopenia, ovvero lo spauracchio per tutti coloro che praticano sport da sempre e vorrebbero continuare a farlo anche in età avanzata. Con questo termine si indica infatti la tendenza del nostro fisico a perdere forza, a partire dai 50 anni in poi, causata dalla diminuzione progressiva della nostra massa muscolare.

Un passaggio obbligato per tutti, che deve essere gestito nel migliore dei modi quando arriva ma che può anche essere prevenuto negli anni precedenti, attraverso buoni comportamenti illustrati dal dottor Corrado Bait, dell’Unità Operativa di Chirurgia del ginocchio e Traumatologia dello sport di Humanitas a Rozzano, in una lunga intervista pubblicata sul settimanale “Come Stai”.

 «Quando si pratica sport bisogna imparare a tenere sotto controllo le trasformazioni del nostro corpo nel tempo – sottolinea il dottor Bait – per minimizzare gli effetti dovuti all’invecchiamento. Il lento declino fisico che ci riguarda, infatti, è un aspetto inevitabile, che comincia fin dalla giovane età. Si calcola che il massimo della forma fisica e della prontezza mentale venga raggiunto attorno ai 25-30 anni. Da quel momento, anche se in modo impercettibile, inizia una parabola discendente, secondo una curva che dopo i 45-50 procede in modo sempre più brusco».

 

L’elasticità dei  20 anni

A vent’anni il nostro corpo è in grado di risolvere i problemi a muscoli e tendini in modo soddisfacente e in tempi brevi. Le cellule sono in grado di rigenerarsi al 100 per cento e «ogni danno a carico di muscoli, tendini o cartilageni viene riparato completamente» dice l’ortopedico di Humanitas.

Questo non significa che si possa abusare della nostra forza, oltrepassando in continuazione i limiti fisici propri del nostro corpo. Uno stile di vita inadeguato e lo svolgimento di un’attività fisica dai carichi superiori a quelli per cui il nostro corpo è allenato possono generare problemi più avanti nel tempo, come l’artrosi, già a partire dai quarant’anni o, per quanto riguarda le donne, anche l’osteoporosi. Per questo, sottolinea il dottor Bait, a vent’anni «sono consigliati soprattutto gli sport – come il calcio, il basket, la pallavolo – che hanno un’azione tonificante sui muscoli», muscoli che sono importanti perché danno forza e sostengono il nostro corpo ma anche perché proteggono le ossa. Così come – aggiunge Bait –, è fondamentale curare l’alimentazione assumendo le giuste quantità di calcio che, insieme al fosforo, è uno dei nutrienti fondamentali per le nostre ossa.

 

Dai 40 ai 50 anni: come evitare le prime artrosi

È attorno ai 40 anni che le cellule cominciano a disidratarsi e a perdere la loro capacità di replicarsi. Ne deriva una capacità diminuita di adattarsi agli stress meccanici e una facilità aumentata di danneggiarsi. Un’eventualità che riguarda in particolar modo il tessuto cartilagineo. «Una situazione – ricorda lo specialista – che a lungo andare conduce proprio all’artrosi, «una malattia che prevede il formarsi di calcificazioni a livello articolare che contribuiscono a limitare, se non a bloccare, il movimento, procurando dolore e gonfiore».

L’artrosi può essere contrastata proprio attraverso lo svolgimento di un’attenta attività fisica. In questa fascia d’età sono da preferire gli sport in scarico come la bicicletta e il nuoto, ma anche il tennis, la corsa e il golf, che permettono di tonificare la muscolatura senza pesare troppo sul resto del corpo. È importante mantenersi allenati con costanza, almeno due volte la settimana, mantenendo un ritmo adeguato e concedendosi, perché no, anche la partecipazione a qualche competizione amatoriale.

 

50 anni, arriva la sarcopenia

Il momento dei 50 anni è quello più delicato per ogni sportivo. È a partire da questa età, infatti, che si comincia a sentire con maggiore incidenza il peso degli anni che passano. Una condizione dovuta proprio alla sarcopenia, che si presenta dapprima in modo leggero ma che va aumentando sempre più. «Si tratta di un fenomeno che può essere rallentato, ma non arrestato, che dipende da più fattori quali il grado di attività fisica svolta nel corso della vita ma anche la diminuzione del testosterone nell’uomo e degli estrogeni delle donne», sottolinea il dottor Bait. Per questo può essere importante, soprattutto nelle donne, ricorrere a una terapia ormonale sostitutiva, da predisporre con il proprio medico, o osservare un’alimentazione ricca di fitoestrogeni, presenti nel latte, nella soia e nei fagioli.

 

Oltre i 60 anni, largo agli sport all’aperto

Una situazione che si complica oltre la soglia dei 60 anni, quando solo una cellula su quattro è in grado di rigenerarsi. Questo significa che molte lesioni procurate da un’attività sportiva non adeguata all’età non potranno essere più riparate dal nostro organismo. Largo quindi agli sport all’aria aperta, come golf, nordic walking, sci, tennis, ma anche ad attività che stanno a metà tra lo sport e la ricreazione, come il ballo e le bocce che, se praticati con costanza e con il giusto allenamento, possono tenere la sarcopenia a distanza.

E se nel frattempo l’artrosi diventa più incidente, bisogna “lubrificare” le articolazioni interessate con infiltrazioni di acido ialuronico. Una cura che non sempre, purtroppo, risulta essere risolutiva. «In quel caso – conclude il dottor Bait – non resta che ricorrere alla chirurgia, con una sostituzione dell’articolazione danneggiata, nella maggior parte dei casi si tratta di ginocchia e anche, con una protesi».

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