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Corsa e cuore, occhio all’affanno

25/09/2014

Attività fisica, in prima fila la corsa, e salute del cuore sono due concetti che vanno a braccetto. Ci sono studi che dimostrano quanto il movimento possa rappresentare un grande beneficio per chi è a rischio malattie del cuore ma, anche, per chi in passato ha avuto problemi coronarici, come un infarto.

L’attività fisica però fa bene al cuore se tenuta sotto controllo, evitando l’affanno eccessivo, come sottolinea il dottor Pietro Agostini, fisiatra di Humanitas Gavazzeni.

Dottor Agostini, che cosa significa fare attività fisica sotto controllo?

«Significa che non occorre sottoporsi a sforzi esagerati, anzi. Bisogna imparare ad ascoltare il cuore, non spingerlo oltre a quello che può dare. Se su una persona sana lo sforzo anche prolungato può essere comunque positivo, su una persona che è a rischio o ancor più ha una patologia in atto, il rispetto del cuore diventa fondamentale per la cura e la prevenzione. La regola, in pratica, deve essere questa: “allena il cuore senza sforzarlo”».

Che tipo di attività fisica fa bene al cuore?

«Qualsiasi movimento quotidiano, dal salire le scale al camminare da casa all’ufficio. Ma la metodologia migliore è quella sperimentata e consigliata negli Stati Uniti: un’attività fisica – come una corsa blanda al parco – da svolgere per almeno trenta minuti ogni 48 ore a sforzo moderato. Se la si svolge con regolarità può procurare una riduzione altissima del rischio d’infarto, con un calo delle recidive, cioè le ricadute per chi già ha avuto un problema al cuore, di quasi il 50%».

Quando e come accorgersi che il nostro cuore sta soffrendo?

«Il segnale che si sta andando oltre viene prima di tutto dalla presenza di un battito del cuore eccessivo. Un altro segno che può essere indice di sovraccarico cardiaco è l’eccessivo affanno che impedisce di parlare. Chi va a correre nel parco dovrebbe ogni tanto canticchiare una canzone, per vedere se riesce a farlo. Se il fiatone è tale da non riuscire ad articolare le parole della canzone vuol dire che lo sforzo è eccessivo ed è meglio fermarsi o, comunque, rallentare l’andatura».

Un sistema del tutto naturale…

«Sì e anche facile da applicare. Quando si parla di non sforzare il cuore durante la corsa non si deve pensare ai chilometri percorsi o alla velocità raggiunta: l’unità di misura da prendere in considerazione, in questi casi, è l’affanno. Molti vanno a correre con il cardiofrequenzimetro, strumento che può essere utile ma che non dice nulla sull’intensità dello sforzo che si sta compiendo. Molto meglio controllarlo con una cantatina ogni tanto…».

 

La giornata del cuore in Humanitas Gavazzeni

Lunedì 29 settembre Humanitas Gavazzeni di Bergamo partecipa alla Giornata Mondiale del Cuore offrendo test gratuiti per la misurazione della pressione, del colesterolo e del rischio cardiovascolare, oltre a colloqui con specialisti e un incontro per parlare di prevenzione e infarto.

L’appuntamento con i test è dalle 8.30 alle 12.30 nell’area reception 1 dell’ospedale. L’incontro “Infarto, come prevenirlo e cosa fare se capita” è previsto invece per le 17.30 nell’auditorium di Villa Elios.

Per maggiori informazioni, clicca qui.

 

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