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Borsite dell’anca, tra i fattori di rischio anche la corsa

05/07/2017

Movimenti ripetuti e il sovraccarico possono causare l’insorgenza di borsite, l’infiammazione delle borse, quelle sacche con il fluido che riduce la frizione tra le ossa e i tessuti di un’articolazione. Tra le sedi in cui può sorgere questo disturbo c’è l’anca. Cosa fare in caso di borsite e come poterla prevenire? L’abbiamo chiesto al dottor Federico Della Rocca, capo sezione di Ortopedia dell’anca e chirurgia protesica di Humanitas.

Nell’anca ci sono diverse borse ma quella che più frequentemente si infiamma è la borsa che ricopre il grande trocantere, una delle porzioni del femore dove si inseriscono diversi muscoli. Questa forma di borsite si chiama borsite trocanterica. Il sintomo principale della borsite è un dolore acuto e intenso.

Corsa e pedalata possono sovraccaricare l’anca

A causare la borsite possono essere infezioni, condizioni di salute come l’artrite reumatoide o disturbi alla colonna vertebrale ma tra i suoi fattori di rischio ce ne sono alcuni legati all’attività fisica: correre e pedalare sono i tipi di movimenti ripetitivi che sovraccaricano l’anca e che spesso si associano a questo disturbo. Anche il sovrappeso, con lo stress che arreca all’articolazione, può contribuire all’insorgenza della borsite.

(Per approfondire leggi qui: Borsite del ginocchio: riposo, ghiaccio e fisioterapia per il recupero)

In che modo chi fa running può prevenirne l’insorgenza? «Il rinforzo muscolare e lo stretching sono molto importanti per prevenire l’insorgenza della borsite trocanterica nei soggetti che praticano running. Allo stesso modo, come già evidenziato, è necessario controllare il peso per evitare un sovraccarico. Inoltre, è molto importante che l’allenamento sia progressivo e adeguato alle condizioni e alle potenzialità dello sportivo. Un modo per assicurarsi una protezione per evitare eccessive sollecitazioni è l’utilizzo di scarpe da running con massimo ammortizzamento. È utile anche scegliere i terreni su cui eseguire il proprio allenamento (sarà da preferire la scelta di un terreno che possa assorbire in parte i “colpi” evitando i terreni con fondo sconnesso ed instabile)», risponde il dottor Della Rocca.

In caso di diagnosi di borsite cosa si può fare al di là del trattamento farmacologico?

«Il paziente dovrà osservare tutti gli accorgimenti per ridurre il sovraccarico dell’articolazione dell’anca», risponde il dottor Della Rocca. «Pertanto dovrà stare a riposo (no ad attività sportive, pesi da sollevare, salire le scale, etc.); inoltre, in caso di sovrappeso, risulterà utile un calo ponderale per ridurre le sollecitazioni sulle articolazioni degli arti inferiori».

(Per approfondire leggi qui: Borsite, ecco come prevenirla)

«Nello stesso tempo – continua – si consiglia di eseguire esercizi di tonificazione dei muscoli glutei ed esercizi di stretching soprattutto del tensore della fascia alata, che spesso risulta contratto in questi casi. Localmente, si raccomanda l’utilizzo di ghiaccio più volte al giorno per ridurre l’infiammazione».

Quando è necessario invece l’intervento chirurgico?

«Risulta necessario qualora i trattamenti farmacologici e fisioterapici non sortiscano effetti positivi nell’arco di sei mesi dal sorgere della problematica. L’intervento è un intervento mininvasivo in artroscopia realizzato attraverso due piccoli accessi di 3-4 mm, che ha l’obiettivo, innanzitutto, di rimuovere la borsa infiammata e, in secondo luogo, di allungare il tendine contratto del tensore della fascia alata. L’intervento dura 30 minuti e viene eseguito in day surgery con una sola notte di ricovero», conclude lo specialista.

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