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Sport

Bicicletta: tutti i rischi da evitare

05/05/2003

Una pedalata settimanale viene spesso consigliata per stimolare il lavoro del cuore. Questo perché il ciclismo è uno sport piacevole, che può essere praticato all’aria aperta e nel quale lo sforzo può essere calibrato anche sulle esigenze di chi è cardiopatico. E perché, se si conoscono i rischi che girare in bicicletta comporta, può senza dubbio essere considerato uno sport sicuro. Ne abbiamo parlato con i professionisti di Humanitas.

Il rischio di infiammazioni
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la posizione curva che si assume pedalando non ha controindicazioni per la salute della schiena ma piuttosto per quella del ginocchio.
Per evitare questo inconveniente, è sufficiente regolare correttamente l’altezza della sella: in questo modo si evita che il ginocchio compia uno sforzo eccessivo e rischi un’infiammazione da sovraccarico.

I dolori alla schiena e al collo che si possono provare il giorno successivo all’uscita non sono preoccupanti: si tratta di semplici fastidi muscolari e sono dovuti alla posizione a cui la bicicletta costringe. La posizione che si assume è data dalla distanza reciproca tra sella, pedali e manubrio in rapporto all’altezza dell’atleta; l’unico consiglio pratico che si può dare a uno sportivo non professionista è di recarsi da un rivenditore qualificato, il quale ha le conoscenze di base necessarie per aiutarlo a posizionare correttamente la sella.

L’altra zona del corpo che può infiammarsi è il cosiddetto soprasella: l’inguine e i genitali possono sviluppare infiammazioni da sfregamento a causa di indumenti non adatti, e gli uomini con più di 50 anni possono accusare fastidi alla prostata. Questo genere di disturbi può essere facilmente evitato sia acquistando indumenti di qualità sia utilizzando le nuove soluzioni tecniche che sono in commercio: esistono selle imbottite, sagomate con un’apertura al centro, dotate di cuscinetti in silicone o di piccole sospensioni interne.

I rischi ambientali
I rischi principali, tuttavia, non sono legati alla bicicletta e alla meccanica della pedalata ma piuttosto a sottovalutazione di situazioni pericolose.
La disidratazione e le insolazioni, per esempio, sono un vero pericolo d’estate: il più delle volte si scelgono percorsi lunghi, l’aria sembra fresca perché si procede a velocità sostenuta e non ci si accorge che si sta per ore sotto il sole. Diventa allora indispensabile, oltre a indossare un cappello, munirsi di due borracce d’acqua e ricordare di fermarsi per bere di tanto in tanto.
Per lo stesso motivo è bene fare attenzione all’abbigliamento: in estate sono da evitare le tute di nylon che promettono un dimagrimento dovuto a una sudorazione abbondante. Al contrario tessuti tecnici come il Gore-Tex e il Gore-Windstopper sono impermeabili alla pioggia, mantengono il calore all’interno ma allo stesso tempo permettono al corpo di traspirare.

I rischi stradali
Sembra banale ricordarlo, ma le statistiche dicono che non è così: i rischi maggiori per il ciclista amatoriale sono i traumi causati da incidenti stradali.
La parte del corpo che più rischia in queste situazioni è naturalmente la testa; la letteratura scientifica ha ampiamente dimostrato che basta un casco per ridurre notevolmente le probabilità di rimanere feriti. Uno studio dell’Imperial College School of Medicine di Londra, per fare un esempio, dimostra che le campagne pubblicitarie locali in favore dell’uso del casco hanno portato effettivamente a una riduzione dei traumi: tra il 1991 e il 1995 i ciclisti ammessi al pronto soccorso con ferite alla testa sono passati dal 40 al 28 per cento. Il consiglio dunque, oltre all’uso del casco, è quello di scegliere strade poco trafficate e, per essere più visibili, di pedalare in gruppo.

A cura di Debora Bellinzani

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