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Reni e urologia

Andare in bici, quale impatto sulla salute maschile?

16/02/2018

Il ciclismo è una delle forme di attività fisiche di tipo aerobico più efficaci per il benessere generale ma per chi pedala a lungo può nascondere qualche insidia? Parliamo degli appassionati delle due ruote che passano molte ore con le mani sul manubrio: il contatto con il sellino e la posizione tenuta possono pregiudicare in qualche modo la funzione urinaria e sessuale maschile? Ne parliamo con il dottor Rodolfo Hurle, urologo di Humanitas.

Il possibile impatto del ciclismo sulla funzione uro-genitale nel sesso maschile ha ricevuto attenzione da parte della ricerca con risultati non sempre univoci. Un recente studio, realizzato dalla University of California-San Francisco (Stati Uniti) e pubblicato su The Journal of Urology, ha indicato risultati diversi da quelli di altri studi non associando il ciclismo a disfunzioni sessuali.

La pressione dal sellino

La disfunzione erettile e la stenosi uretrale sono stati fra i principali disturbi per i quali si è valutato il rischio associato al ciclismo. Per il primo, caratterizzato dall’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione per terminare un rapporto sessuale completo, si è pensato all’effetto della pressione esercitata dal sellino sul perineo, l’area di tessuti molli nella parte inferiore del bacino. I nervi e i vasi sanguigni qui presenti possono essere compressi contro le ossa pelviche.

L’associazione tra disfunzione erettile e ciclismo è stata indicata ad esempio da uno studio del 2001 che aveva analizzato i dati del Massachusetts Male Aging Study. In conclusione i ricercatori hanno suggerito una potenziale correlazione tra il disturbo e l’andare in bicicletta per almeno tre ore a settimana. Una ricerca poco successiva, del 2004, pubblicata su Journal of Urology, non aveva invece ravvisato una diversa prevalenza della disfunzione erettile tra i ciclisti (il 17%) e il gruppo di controllo.

Una revisione del 2015 della ricerca condotta fino ad allora, pubblicata su Urology, aveva sottolineato la necessità di ulteriori lavori per determinare se il ciclismo potesse essere considerato un fattore di rischio indipendente dell’impotenza. Per i suoi autori non c’erano prove sufficienti per concludere circa un rapporto causa-effetto tra questi due elementi.

Il secondo disturbo uro-genitale associato al ciclismo è la stenosi uretrale. Il canale uretrale è quello che permette la fuoriuscita di urina proveniente dalla vescica attraverso il meato uretrale esterno; il suo restringimento (stenosi uretrale) può creare problematiche minzionali. Il processo infiammatorio che è alla base di questa condizione potrebbe essere conseguenza di microtraumi e compressione in particolare nell’area dell’uretra bulbare, quella porzione che attraversa il perineo e lo scroto.

I risultati dello studio

I ricercatori della University of California hanno condotto la loro analisi su tre gruppi: ciclisti, nuotatori e corridori per un totale di 3932 individui. Con dei questionari validati hanno raccolto i dati relativi al funzionalità uro-genitale e nel caso dei ciclisti quelli relativi alla loro pratica sportiva: l’intensità della pedalata, il tipo di bicicletta usata, se usassero pantaloncini imbottiti, la percentuale di tempo trascorso per pedalare in piedi, l’altezza del manubrio, il tipo di strada su cui pedalassero di solito.

Il primo gruppo è stato infine diviso tra chi praticasse ciclismo in modalità intensa (oltre 25 miglia al giorno per tre volte a settimana da più di due anni) e a bassa intensità (nessuno di questi criteri); i restanti partecipanti hanno formato l’insieme dei “non ciclisti”. Per il team di ricerca il benessere sessuale e la salute dell’apparato urinario erano comparabili tra i ciclisti e il resto dei partecipanti. Tuttavia alcuni ciclisti tendevano di più a riferire problematiche legate a stenosi uretarli stenosi uretrale.

È emerso inoltre che né il tipo di bici né le caratteristiche della strada sembrassero avere un impatto negativo, mentre pedalare per oltre il 20% del tempo sui pedali era associato a un aumento delle probabilità di andare incontro a intorpidimento all’area genitale. Questo e il dolore dovuto al sellino sembravano invece più probabili in chi aveva il manubrio più basso della sella. In ogni caso, per come è stato definito lo studio – di osservazione delle caratteristiche della popolazione coinvolta – non è stato possibile provare un rapporto causale tra il ciclismo e il rischio di disfunzioni sessuali o uro-genitali.

In conclusione, il ciclismo potrebbe creare qualche problema all’apparato uro-genitale? «Chiaramente il ciclismo ludico non dovrebbe avere nessun impatto sull’apparato uro-genitale, mentre quello amatoriale/sportivo può incrementare il rischio di stenosi uretrale, ma non sembrerebbe una relazione con il deficit erettile», risponde il dottor Hurle.

Il consiglio è dunque «di non avere paura a praticare il ciclismo – indica lo specialista – di mettersi nelle condizioni migliori utilizzando bicicletta, sella e abbigliamento il più confortevole possibile. Di monitorare inoltre la propria funzionalità sessuale e urinaria e di rivolgersi prontamente allo specialista in caso di problematiche relative. Infine in caso di disturbi urinari è consigliabile sospendere temporaneamente l’attività ciclistica ed effettuare gli accertamenti del caso», conclude il dottor Hurle.

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