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Caviglia, stretching ed esercizi con elastici in caso di rigidità

26/02/2018

Una delle articolazioni più delicate di tutto l’apparato scheletrico è la caviglia. E per effetto di traumi o per la degenerazione dei tessuti la sua funzionalità può venire compromessa. Ad esempio una caviglia può indebolirsi perché instabile dopo aver subito una distorsione non seguita da un’adeguata riabilitazione, oppure perché diventa rigida: «In quest’ultimo caso la caviglia è come se fosse bloccata e il paziente non riesce a portare completamente la punta del piede verso la gamba o nell’altra direzione», spiega la dottoressa Lara Castagnetti, osteopata e specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas.

«Si tratta di una condizone opposta a quella della instabilità di caviglia. In questo caso c’è lassità dei tessuti legamentosi che rendono l’articolazione “cedevole”. Ma attenzione perché anche una caviglia instabile può essere l’anticamera di una caviglia rigida», aggiunge la specialista.

Le cause

Tra le cause principali della rigidità della caviglia ci sono l’artrosi e la tendinosi del tendine d’Achille: «La degenerazione delle cartilagini porta all’artrosi, la prima causa di caviglia rigida. Essendo una condizione tendenzialmente tipica dell’età avanzata, non è infrequente che questa si associa anche alla degenerazione del tendine d’Achille, il tendine maggiore dell’organismo, che collega i muscoli del polpaccio al calcagno».

Questo tendine può degenerare, irrigidirsi, ispessirsi e a volte anche andare incontro a calcificazione: «I suoi tessuti diventano più spessi, e questa alterazione può essere addirittura visibile a occhio nudo. Il tendine – spiega la dottoressa – perde così la sua elasticità e la caviglia diventa rigida, incapace di eseguire completamente i movimenti di dorsiflessione e flessoestensione». In altre parole l’articolazione non si muove al meglio, con le ricadute in termini di sintomatologia: «Il dolore nel movimento, in particolare se c’è artrosi, è il sintomo principale assieme al gonfiore e alla limitazione funzionale della caviglia», aggiunge la specialista.

Anche l’overuse, ovvero l’utilizzo dell’articolazione ripetuto nel tempo associato all’attività sportiva, può determinare la degenerazione dell’achilleo e portare alla caviglia rigida: «Se l’artrosi della caviglia è favorita da traumi, come una frattura malleolare, la tendinopatia è soprattutto conseguenza dell’overuse in particolare nei soggetti che si dedicano alla corsa. Inoltre la degenerazione del tendine può anche implicare la degenerazione della fascia plantare, la spessa fascia di tessuto che scorre sotto la pianta del piede, dal calcagno alle dita. Non essendo più elastico a sufficienza, il tendine comincia a “tirare” gli altri tessuti tra cui la fascia plantare».

Infine la rigidità può essere favorita dalla instabilità della caviglia: «Questa condizione protratta nel tempo a seguito di una distorsione favorisce l’insorgenza di artrosi perché i capi ossei vengono più facilmente a contatto con l’insorgenza dell’artrosi».

Cosa fare?

Per ripristinare una certa mobilità articolare si può ricorrere a diversi strumenti: «Bisogna cominciare a muovere la caviglia sollevando la gamba portando sue e giù la punta del piede, poi immaginando di scrivere con lo stesso le lettere A, B e C e poi replicando i primi esercizi con una banda elastica che faccia resistenza anche allo scopo di recuperare la forza muscolare dell’arto inferiore. Utile è lo stretching dell’achilleo e della fascia plantare. Ad esempio si poggia il piede sulla punta delle dita, da seduti o stando accovacciati, mentre per il tendine d’Achille si può poggiare il piede su un gradino sollevandosi sulla punta e mantenendo la posizione per alcuni secondi».

Fra le altre opzioni ci sono «la terapia con onde d’urto per la tendinosi dell’achilleo, la correzione dell’appoggio con una soletta personalizzata, da utilizzare rigorosamente a entrambi i piedi. Raramente, e in casi molto gravi, per l’artrosi della caviglia si rende necessario l’intervento con una protesi», conclude la dottoressa Castagnetti.

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