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Cataratta: i sintomi e l’intervento

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La cataratta è una patologia oculare molto diffusa, che colpisce soprattutto le persone anziane e che provoca una progressiva riduzione della vista e che nel tempo può rendere difficile la visione e interferire con le attività quotidiane. Esistono diverse tecniche chirurgiche per la rimozione della cataratta, che permettono di ripristinare la vista e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Approfondiamo l’argomento con il professor Mario Romano, direttore del dipartimento di oculistica di Humanitas Castelli e professore di Oftalmologia in Humanitas University.

Cos’è la cataratta?

La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, ossia la lente che consente di mettere a fuoco le immagini sulla retina. Il cristallino è situato dietro la pupilla, tra il corpo vitreo e l’iride.

La cataratta non colpisce solo gli anziani, ma anche gli adulti a partire dai 45 anni di età. Il suo sviluppo è graduale, quindi riconoscerla precocemente permette di monitorarne la progressione, con la possibilità di intervenire chirurgicamente. È importante sottoporsi a controlli oculistici regolari per individuare eventuale progressione dell’opacità nel tempo. La diversa capacità funzionale dipende oltre che dalla densità anche dalla localizzazione dell’opacità che correla anche con potenziali complicanze chirurgiche, come nella localizzazione polare posteriore. Vari fattori possono influenzare il tipo di intervento necessario per la cataratta, come l’anatomia dell’occhio nei pazienti miopi, ipermetropi o astigmatici e le eventuali malattie oculari e sistemiche del paziente.

Quali sono i sintomi della cataratta?

I sintomi della cataratta comprendono una progressiva visione offuscata, con possibile abbagliamento quando si guardano luci intense, visione doppia e, in alcuni casi, un miglioramento temporaneo della vista. Pertanto, si raccomanda ai soggetti di età superiore ai 60 anni di sottoporsi a regolari visite oculistiche, anche se non presentano sintomi.

Cataratta: cause e prevenzione

L’esposizione non protetta ai raggi ultravioletti può causare un invecchiamento precoce del cristallino a causa dello stress ossidativo sulle proteine, con conseguente opacità. La cataratta può essere favorita anche da problemi sistemici come il diabete e da abitudini scorrette come il fumo e il consumo eccessivo di alcol.

Alcuni studi hanno indicato che il consumo di una dieta nutriente ricca di vitamine e antiossidanti può ridurre la velocità di invecchiamento di tutto l’organismo, compreso il cristallino. Purtroppo, non esiste un trattamento medico in grado di prevenire l’insorgenza della cataratta. L’unica cura definitiva per la cataratta è l’intervento chirurgico con la sostituzione del cristallino con una lente artificiale.

L’intervento per la cataratta

Oggi per l’intervento di cataratta si utilizzano tecnologie di ultima generazione che comportano benefici importanti per i pazienti, sia in termini di sicurezza, sia di efficacia.

L’intervento di cataratta prevede l’asportazione del cristallino annebbiato e la sua sostituzione con uno artificiale. L’evoluzione delle tecniche permette oggi di praticare incisioni inferiori a 2 millimetri per rimuovere il cristallino ed inserire una lente artificiale, che al momento dell’impianto si inserisce piegata, per poi aprirsi all’interno dell’occhio.

Attualmente è possibile impiantare lenti intraoculari che possano correggere anche i difetti refrattivi tra cui la miopia, ipermetropia ed astigmatismo. Esistono inoltre lenti in grado di correggere anche la presbiopia, il difetto visivo relativo alla visione da vicino. Questi ultimi impianti necessitano di un’adeguata selezione per l’impianto, in quanto non tutti i pazienti sono candidabili.

Cataratte complicate

Poco si parla di interventi di cataratta complessi o derivati da complicanze chirurgiche.

La gestione di tali casi è molto delicata, in quanto da una complicanza può derivare un danno alla retina, infezioni intraoculari o danni che possono rimanere funzionalmente irreversibili.

In tali casi è necessario gestire l’impianto di lenti intraoculari con un diverso supporto e la concomitante patologia vitreoretinica spesso associata.