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Ginecologia

Mestruazioni dolorose ed endometriosi: quale legame?

06/09/2020

Alcune donne tendono ad avere delle mestruazioni particolarmente dolorose. Il fenomeno, chiamato dismenorrea, consiste in un dolore pelvico che insorge in corrispondenza dell’arrivo delle mestruazioni.

La dismenorrea non è un fattore da trascurare, poiché potrebbe rivelare la presenza di endometriosi. L’endometriosi è una patologia che provoca una “fuoriuscita” del tessuto endometriale dalla cavità uterina e che colpisce circa il 10-20% delle donne tra i 25 e 35 anni.

Ne parliamo con il dottor Alessandro Bulfoni, Responsabile di ostetricia e ginecologia di Humanitas San Pio X.

Come si manifesta l’endometriosi?

«Oltre al dolore nel periodo peri-mestruale – spiega lo specialista – questa patologia si può manifestare anche con dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e/o durante la defecazione, irregolarità del ciclo, sanguinamento anomalo e sterilità. Varie sono le ipotesi sulle cause dell’endometriosi, tra cui la predisposizione genetica, alterazioni del sistema immunitario, oppure il ritorno del sangue dall’utero nelle pelvi (mestruazione retrograda) che trasporta così le cellule endometriali al di fuori delle loro sede. Altre ipotesi sostengono che l’endometriosi si sviluppi in seguito a una modificazione (metaplasia) del tessuto che ricopre la pelvi o per disseminazione delle cellule endometriali per via linfatica o ematica».

Diagnosticare l’endometriosi

«Diagnosticare e curare l’endometriosi in giovane età è importante non solo per risolvere i sintomi, ma anche per evitare problemi di infertilità, in quanto la difficoltà di avere una gravidanza è connessa alle forme più gravi di questa patologia, a causa dell’alterazione del rapporto tra ovaio e tube o dello spessore della parete uterina».

La diagnosi avviene durante la visita ginecologica e prevede varie fasi: si inizia con l’anamnesi, che serve a verificare la presenza dei sintomi tipici della patologia. Dopodiché ci si sottoporrà a un esame fisico, atto a individuare eventuali cisti endometriosiche nel setto retto-vaginale, nella cervice uterina o nei fornici vaginali. Serve anche a verificare la presenza di possibili fissità degli organi pelvici.

Infine si passa agli esami strumentali, che servono eventualmente a completare la visita e individuare la presenza di possibili cisti endometriosiche, magari in laparoscopia; questa è la tecnica migliore perché permette di individuare anche cisti molto piccole. 

Per individuare eventuali cisti in ovaie, utero o altri organi pelvici si può effettuare anche un’ecografia transvaginale, oppure, nei casi in cui non sono stati coinvolti intestino e uretere, una risonanza magnetica a livello della pelvi.

Endometriosi: 3 trattamenti

«L’endometriosi può essere curata con vari approcci terapeutici che vengono valutati insieme alla donna e sulla base della valutazione clinica». spiega il dottor Bulfoni.

Si parte dall’osservazione e monitoraggio, che consistono nel controllo dell’andamento della patologia. Vengono utilizzate nei casi asintomatici o con piccoli endometriomi nelle ovaie o impianti peritoneali.

Vi sono poi le terapie mediche, mirate al controllo dei sintomi della patologia, e vi si ricorre in caso di sintomatologia molto dolorosa o per prevenire recidive in seguito a interventi chirurgici per endometriosi. Le terapie mediche più comuni puntano a ridurre il dolore e prevedono l’assunzione di progesterone o della pillola anticoncezionale, che associa estrogeni e progesterone.

Infine si può ricorrere alle terapie chirurgiche. L’intervento considerato più efficace per l’endometriosi è la laparoscopia, ma vi si ricorre solo quando nessun’altra terapia si è rivelata efficace, in quanto potrebbe causare come effetto collaterale la riduzione della capacità riproduttiva della donna. Durante l’intervento, infatti, si potrebbe verificare il rischio di danneggiare i tessuti sani, il che potrebbe portare all’alterazione della vascolarizzazione dell’ovaio o alla riduzione degli ovociti.

 

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