Un italiano su dieci ha almeno un tatuaggio sul corpo. Che siano fatti a scopo artistico, decorativo, estetico o puramente simbolico-commemorativo, i tatuaggi possono essere dannosi per la pelle. Questa pratica, sempre più frequente fra i giovani occidentali ormai da diversi anni, può infatti scatenare reazioni avverse di tipo allergico e oltre ad aumentare il rischio di infezioni sistemiche anche gravi se il tatuaggio non viene effettuato a regola d’arte e con tutte le precauzioni sanitarie che sono necessarie. Fra queste il test allergologico preventivo che è bene fare prima di decidere di iniettare dell’inchiostro nella nostra pelle. Ne abbiamo parlato con il Prof. Antonio Costanzo, responsabile di dermatologia di Humanitas.
Tatuaggi: infezioni e virus per colpa di materiale non sterile
Dopo un tatuaggio mal eseguito è possibile contrarre alcune infezioni batteriche: in particolare quelle da streptococchi o stafilococchi, che si manifestano pochi giorni dopo il tatuaggio con rossore, gonfiore, calore e dolore nell’area del tatuaggio, sia infezioni sistemiche nei casi più gravi, quali epatite B, epatite C o HIV dovute all’uso di materiale non sterile e all’assenza delle più elementari norme di igiene da parte del tatuatore.
Quali colori del tatuaggio possono portare reazioni allergiche?
L’igiene e la serietà del professionista a cui ci si rivolge per un tatuaggio non è la sola cosa da tenere presente. Come ha spiegato lo specialista, è importante fare attenzione alle possibili reazioni allergiche, prevalentemente ai coloranti. In particolare il colore rosso può dare manifestazioni con arrossamento e prurito localizzato nell’area del tatuaggio colorato con il rosso. Più sicuro il verde, mentre altrettante reazioni allergiche potrebbero comparire con il colore giallo se viene mescolato al solfuro di cadmio. Questo genere di reazioni allergiche sono in genere dovute all’uso di più sostanze organiche e inorganiche per realizzare la sfumatura della colorazione desiderata, che nel caso del colore rosso può contenere solfuro di mercurio noto già ai tempi dei greci e dei romani e considerato tossico per l’uomo e l’ambiente.
“È molto importante effettuare dei test allergici preventivi prima di sottoporsi ad un tatuaggio – ha ribadito Costanzo -. È bene anche documentarsi prima sull’inchiostro che verrà utilizzato per il disegno, verificando attraverso l’etichetta l’eventuale presenza di sostanze vietate. Massima attenzione per i colori rosso, giallo e arancione, i più potenzialmente tossici. Queste sostanze possono avere infatti un effetto potenzialmente cancerogeno”.
Tatuaggi e tumori, una relazione ancora da scoprire
“Ad oggi non esiste una relazione scientificamente provata fra tatuaggi e l’insorgenza di tumori – ha affermato lo specialista -, ma è pur vero che alcuni studi sembrano suggerirlo, mettendo in dubbio questo assunto che di certo non è una certezza”. Fra questi studi spicca un lavoro prodotto dall’istituto di ricerca di Grenoble, pubblicato su Scientific Reports, che ha ipotizzato come alcune nanoparticelle tossiche presenti nell’inchiostro, come il biossido di titanio, potrebbero viaggiare nel corpo e accumularsi nei linfonodi. I test dei linfonodi sentinella su pazienti tatuati infatti mostrano come i loro linfonodi possano apparire più scuri.
“Non è infine da sottovalutare l’effetto copertura che i tatuaggi hanno sulla pelle – ha concluso il dermatologo -: nella diagnosi di melanoma questo può essere un problema non indifferente”.
Chi decide per la rimozione del tatuaggio deve infine prestare massima attenzione al centro a cui rivolgersi: i frammenti di colore, disintegrati, vengono fatti riassorbiti dal sistema immunitario. Ciò significa liberare sostanze potenzialmente tossiche nel corpo.