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Il professor Mantovani: “I media seri sono il vero vaccino contro le fake news”

15/05/2019

I media? Secondo il professor Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas, potrebbero essere il vero e proprio vaccino all’epidemia dilagante di fake news in ambito scientifico. Vale per tutti gli ambiti, ma ancora di più per quello scientifico: solo un’informazione seria, certificata e prodotta da fonti professionalmente valide è infatti in grado di offrire al grande pubblico notizie corrette e validate dai professionisti della salute in ambito medico-scientifico. E di combattere la sfiducia che molte persone nutrono verso la scienza e le sue scoperte.

 

“La divulgazione seria aiuta la verità”

Per il prof. Mantovani, fra i ricercatori italiani più citati nella letteratura scientifica internazionale, “la divulgazione scientifica seria aiuta la verità”. Il professore lo ha ripetuto anche a Trento, dove di recente si è recato per ricevere il premio della Fondazione Pezcoller e dell’American Association for Cancer Research per le sue ricerche sull’immunologia nel cancro. Il tema della responsabilità sociale non è quindi solo dei medici, ma anche dei giornali e va di pari passo con la capacità di comunicare i contenuti della scienza con un linguaggio adatto sia agli addetti ai lavori sia a chi non è del campo. Alle persone comuni che hanno il diritto-dovere di informarsi. È un lavoro che parte dai professionisti del settore e finisce con i professionisti dell’informazione, in grado di tradurre in modo semplice concetti complessi. Un lavoro di team dunque che, secondo il professor Mantovani, porta far sì che le persone abbiano fiducia nella scienza.

Il rifiuto di ascoltare chi è competente

Saper parlare ad un pubblico generico di scienza e di medicina vuol dire trasmettere fiducia per e nella scienza, e anche in chi a lei si dedica per professione o vocazione.

«C’è un rifiuto nei confronti di chi ha più competenze – ha affermato il direttore scientifico di Humanitas -. Viviamo in un Paese largamente analfabeta, da un punto di vista scientifico. Se dico che Messi è un grande portiere il 99 per cento degli italiani si mette a ridere. Ma sentiamo corbellerie scientifiche dello stesso livello che invece godono di credibilità a tutti i livelli».

Il problema non è solo la scarsità di cultura scientifica, ma la mancanza di fiducia nelle istituzioni. Un clima che media e giornali che scrivono di medicina e salute possono migliorare: «Le informazioni serie e corrette di un grande giornale svolgono un ruolo fondamentale – ha proseguito Mantovani -. Una specie di vaccino contro le false notizie, le cosiddette fake news».

 

Una stampa di qualità rende i medici più responsabili

«Sul web un falso clamoroso come quello di Wakefield sulla correlazione tra autismo e vaccini continua a godere di credibilità», ha proseguito il professore, spiegando come la rete faccia da enorme cassa di risonanza per le notizie non verificate. Internet è difficile da controllare, ecco perché l’unico modo è affidarsi ai professionisti dell’informazione.

«Come direbbe Karl Popper noi abbiamo il dovere di comunicare nel modo più semplice, corretto e umile possibile – ha detto Mantovani -. E l’esistenza di una stampa di qualità ha reso i medici più responsabili. Dobbiamo rendere conto di quello che facciamo e diciamo, non nasconderci dietro un linguaggio incomprensibile che spesso denota idee poco chiare. Il confronto con un’informazione di qualità è una sfida da raccogliere. Vedo due poli contrapposti: da un lato una maggiore consapevolezza delle conoscenze mediche, dall’altro al tempo stesso un rifiuto della mediazione di chi ha competenza. Su un tema sul quale la comunità scientifica non ha alcun dubbio, come i vaccini, è bene ricordare che la parte di popolazione che ha più riserve è quella più colta. E il prezzo di molte sciocchezze è stato pagato dai pazienti, in termini di sofferenza e mancate cure. Basti pensare al caso Di Bella o al siero di Bonifacio».

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