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Cure e farmaci

Immunoterapia, contro il tumore è più efficace negli uomini

24/08/2018

Chirurgia, chemio e radioterapia e ora anche immunoterapia. L’ultima frontiera nella lotta ai tumori non cerca di distruggere le cellule cancerose ma piuttosto di risvegliare il sistema immunitario affinché punti il mirino solo su quelle malate e le elimini senza ricorrere ai farmaci. Se ciò si rivelasse sempre possibile il cancro potrebbe diventare una malattia cronica, con cui poter convivere anche per diversi anni. La risposta a questa nuova terapia sembra però dare migliori risultati nei soggetti di sesso maschile. Ne parliamo con il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University.

 

Il genere implicato nel successo della risposta immunitaria

Secondo quando pubblicato di recente su «The Lancet Oncology», la sopravvivenza dei pazienti di sesso maschile trattati con l’immunoterapia sarebbe doppia rispetto a quella di pazienti di sesso femminile. Il gruppo di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia hanno fatto riferimento ad una ventina di pubblicazioni che complessivamente avevano considerato oltre undicimila pazienti affetti da un tumore in fase avanzata: melanoma, carcinoma renale, tumore del polmone, tumori del distretto testa e collo e neoplasie uroteliali. Al termine del trattamento con i farmaci inibitori dei checkpoint immunitari (ipilimumab, tremelimumab, nivolumab o pembrolizumab), i risultati hanno dimostrato che il guadagno in termini di prolungamento della sopravvivenza degli uomini che ricevono immunoterapia è quasi il doppio rispetto alle donne.

La risposta immunitaria, insomma, sembra implicata dal genere a cui appartiene il paziente. In media le donne hanno una risposta più forte degli uomini nei confronti di numerosi agenti patogeni, ed ecco perché contraggono in genere meno infezioni e di gravità più lieve, oltre a essere più reattive alle vaccinazioni. D’altra parte solo l’8% dei pazienti con malattie autoimmuni è donna. Sembra quindi che le differenze nella sistema immunitario fra donne e uomini abbiano una funzione determinante nel decorso delle malattie infiammatorie croniche e nella loro risposta ai farmaci.

Gli autori dello studio hanno aggiunto inoltre che queste differenze sarebbero legate a livello cellulare ad interazioni complesse fra i geni, ormoni, ambiente e alla composizione del microbioma, l’insieme dei genomi delle specie batteriche che abitano nell’intestino.

 

Prospettive future

Il risultato riportato da Lancet Oncology richiede conferma e soprattutto la comprensione dei meccanismi immunologici ad esse sottesi, allo scopo di sviluppare approcci di immunoterapia efficaci in entrambi i sessi. D’altro canto le differenze di sesso dovrebbero essere studiate più profondamente, al fine di capire meglio i meccanismi alla base delle differenze maschi-femmine per assicurarsi che le cure innovative siano ottimizzate per tutti, donne e uomini. I risultati ottenuti sottolineano il bisogno di analisi specifiche per sesso, per evitare di estendere alle donne risultati ottenuti principalmente in pazienti maschi, un errore che potrebbe portare a una qualità di cura inferiore e, potenzialmente, un danno.

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