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Benessere

Il ciclo è irregolare? Scopri cosa fare

08/12/2009

Cicli molto corti, anche ogni 21 giorni, o troppo lunghi, oltre 30. Flusso molto abbondante o scarso. Spesso in una donna le mestruazioni non sono regolari e non si presentano ogni 28 giorni, cadenza considerata normale ma non sempre rispettata. Un ciclo irregolare non è necessariamente indice di una patologia e non rappresenta sempre un’alterazione da risolvere. Sempre, invece, è importante indagarne le cause rivolgendosi a un ginecologo. Ne parliamo con il dott. Domenico Vitobello, responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia di Humanitas.

Irregolarità di vario tipo

“Le disfunzioni mestruali – spiega il dott. Vitobello – sono tutte quelle alterazioni del ciclo mestruale che non sono caratterizzate dalla regola che la donna deve mestruare ogni 28 giorni. Si tratta di una regolarità più frequente tra i 20 e i 45 anni, cioè nell’età centrale della vita fertile della donna. Nel periodo adolescenziale e in quello pre-menopausale, invece, spesso questa regolarità è assente. Nel primo caso siamo in presenza di un motore uterino e di un assetto ormonale che iniziano a funzionare; nel secondo ci si avvicina alla fine della vita mestruale e dell’età fertile e ci troviamo di fronte a un motore uterino alla fine del suo ciclo di vita e a un assetto ormonale alterato.

Le disfunzioni mestruali possono essere di vario tipo: cicli lunghi, che si verificano dopo i 28 giorni; e cicli brevi, con le mestruzioni che si presentano anche ogni tre settimane. All’interno di queste alterazioni, che possono anche essere fisiologiche e rappresentare, entro certi limiti, una situazione di assoluta normalità, la disfunzione che può creare maggiori problemi è l’anticipo, se si scende al di sotto dei 23-24 giorni. Un ciclo più lungo dei canonici 28 giorni di solito non rappresenta un problema. Un ciclo corto, dove le mestruzioni si presentano ogni tre settimane, fa sì che la donna mestrui più di 12 volte all’anno. Con la conseguenza possibile di avere un’eccessiva perdita di sangue e il rischio di anemia, da controllare con un esame del sangue. Uno stato di anemia cronica comporta debolezza, capogiri, pelle pallida, compresa una diminuzione del colorito rosa di labbra e gengive, accelerazione del battito cardiaco e respiro breve in seguito a un leggero sforzo.
Anche una mestruazione abbondante come quantità o che dura più di 5-6 giorni può comportare un’eccessiva perdita di sangue. Un ciclo considerano normale dura 5-6 giorni, un ciclo che ne dura 8 o 10 può far correre alla donna il rischio di incorrere in uno stato di anemia. Non ci sono invece rischi se il ciclo mestruale è corto e dura 3 o 4 giorni”.

Un controllo è necessario

“Anche se abbiamo detto che un’irregolarità mestruale può essere fisiologica, è sempre importante sottoporsi a una visita ginecologica e al Pap-test, per escludere eventuali patologie che possono essere la causa della disfunzione mestruale. Sarà poi il ginecologo a decidere se sottoporre la paziente a un’ecografia, che rappresenta un eventuale passo successivo e non sostituisce mai la visita.
Patologie che possono determinare un’irregolarità mestruale possono essere, ad esempio, le alterazioni ormonali, i fibromi dell’utero, i polipi dell’endometrio, i tumori dell’ovaio, le iperplasie dell’endometrio (il tessuto all’interno dell’utero, quello che mestrua, cresce più del normale).
E’ importante sottolineare che le perdite di sangue tra un ciclo e l’altro non devono essere interpretate come disfunzioni mestruali, ma come sintomi da non sottovalutare di patologie come polipi uterini o, più raramente, tumori del collo dell’utero”.

Le possibili terapie

“Se la visita ginecologica non evidenzia particolari problemi, un ciclo lungo, di 30-35 giorni, non comporta conseguenze per la salute della donna, che non deve essere dunque sottoposta ad alcuna terapia. Diverso è il discorso per la donna in età fertile che ‘salta’ il ciclo per 3 o 4 mesi, perché un utero che non funziona tutti i mesi può avere delle conseguenze negative sulla fertilità della donna e quindi sulle sue possibilità di concepire. In questo caso la terapia consigliata è quella ormonale: composti a base di estroprogestinici, cioè la pillola.
Nel caso di un ciclo breve, si può non intervenire quando la donna mestrua ogni 25-26 giorni, se la mestruazione non è abbondante e la durata è normale. Se invece si hanno le metruazioni ogni tre settimane e il flusso è abbondante, può essere consigliato sottoporsi a una terapia a base di estroprogestinici o progesterone, che può essere prescritta tra i 20 e i 40 anni senza particolari fattori di rischio (donna non fumatrice, esami della coagulazione normali e storia familiare negativa per ictus, trombosi venose…) e consente di regolarizzare le mestruazioni e di non incorrere nel rischio di anemia di cui abbiamo parlato. Dopo i 40 anni si può ricorrere a un dispositivo intra-uterino medicato con progesterone. Prima dei 40 anni la situazione è più delicata, perchè questi dispositivi è meglio non usarli se la donna vorrà avere figli, ma si può ricorrere alla pillola, nel momento in cui ci sono delle gravi alterazioni mestruali. La pillola va bene anche in giovanissima età, prima dei 20 anni”.

A cura di Elena Villa

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