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Intestino e digestione

Colon irritabile, che frequenza devono avere i sintomi prima della diagnosi?

04/12/2017

Dolori addominali, gonfiore, stipsi e diarrea sono i sintomi principali di uno dei disturbi gastrointestinali più diffusi in entrambi i sessi: la sindrome dell’intestino irritabile. Quali caratteristiche devono avere questi sintomi per poter sospettare la presenza di colon irritabile? L’abbiamo chiesto agli specialisti di Humanitas.

Il disturbo

Gli individui con questa sindrome riferiscono spesso una ridotta qualità di vita, con ripercussioni sulle prestazioni lavorative e sulle attività quotidiane. Tutta colpa di questa irritabilità. Ma perché l’intestino può essere “irritabile”?

Ricordiamo che a quest’organo ci si riferisce spesso come “secondo cervello” per la ricchezza di terminazioni nervose presenti nella mucosa intestinale che controllano la contrazione della muscolatura. A volte queste terminazioni sono oltremodo sensibili e possono reagire in maniera anomala a determinate condizioni come la tensione o lo stress emotivo. Il risultato è l’alterazione della motilità intestinale con la comparsa dei sintomi.

 

I sintomi

I sintomi principali sono il dolore o comunque una sensazione di fastidio addominale cui si accompagnano molto spesso il gonfiore addominale e il meteorismo e, a volte, la sensazione di incompleto svuotamento. Per parlare di sindrome dell’intestino irritabile il paziente deve lamentare dolore addominale o discomfort ricorrente almeno tre giorni al mese negli ultimi tre mesi, con esordio dei sintomi da almeno sei mesi, associato a due o più delle seguenti caratteristiche:

– si risolve con la defecazione

– si associa con un cambiamento di frequenza dell’evacuazione

– si associa con un cambiamento della forma (aspetto) delle feci.

Sono tre le forme in cui questo disturbo può manifestarsi e tutte riguardano una variazione della funzione intestinale: una in cui è prevalente la diarrea, con l’espulsione frequente di feci non solide; una forma in cui è prevalente la costipazione, con la riduzione della frequenza delle evacuazioni o la difficoltà a evacuare; una mista, con periodi alternati di diarrea e stipsi.

Sintomi simili ad altre patologie

In presenza di questi sintomi è necessario escludere la presenza di altre patologie. Nel sospetto di una sindrome dell’intestino irritabile è necessario escludere altre cause di malattia che si manifestano con sintomi simili quali sindrome da malassorbimento tra cui la celiachia o un’insufficienza pancreatica, l’intolleranza al lattosio, infezioni enteriche (nella forma diarroica) o malattie infiammatorie croniche intestinali, un’alterazione della funzionalità tiroidea, etc..

Pertanto è necessario eseguire degli esami del sangue di routine con la sierologia per celiachia e la valutazione della funzionalità tiroidea, il dosaggio della calprotectina fecale, le coprocolture e l’esame parassitologico delle feci (nelle forme diarroiche); il breath test al lattosio (se si sospetta una intolleranza al lattosio) o il breath test al glucosio (per valutare una eventuale proliferazione batterica del piccolo intestino).

Per escludere la presenza di ispessimenti della parete delle anse intestinali, può essere utile anche l’esecuzione di una ecografia delle anse intestinali, esame rapido, indolore e di facile esecuzione. Inoltre, se presenti sintomi di allarme quali diarrea o dolori addominali notturni che interferiscono con il sonno, presenza di sangue nelle feci (visibile o occulto), febbre, perdita di peso, anemizzazione, familiarità per tumori dell’intestino in soggetti di età maggiore di cinquant’anni, potrebbero essere utili ulteriori accertamenti e, in particolare, l’esecuzione di una colonscopia con eventuali biopsie.

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