Circa mille casi al giorno. È il numero di diagnosi di tumore stimate per il 2017, 369 mila complessivamente. Ma le neoplasie sono causa di un numero sempre più basso di decessi, con un’incidenza in calo costante tra gli uomini. È la fotografia che scatta la nuova edizione dei Numeri del Cancro in Italia: «Anche per il 2017 si ripete il trend di questi ultimi anni: il numero dei cosiddetti cancer survivors è in aumento, migliorano le probabilità di guarigione, con più pazienti in vita a cinque anni dalla diagnosi sia tra gli uomini che tra le donne», aggiunge il professor Armando Santoro, direttore di Humanitas Cancer Center.

Le neoplasie più diffuse

Secondo i dati raccolti da Aiom-Associazione italiana di Oncologia medica, Fondazione Aiom e Airtum-Associazione italiana Registri Tumori, le prime cinque neoplasie per numero di diagnosi in Italia per il 2017 sono quelle del colon-retto, della mammella, del polmone, della prostata e della vescica. Il tumore alla prostata e quello al seno si confermano come i tumori più frequenti negli uomini e nelle donne. «L’incidenza è ormai sovrapponibile tra i due sessi», ricorda il professor Santoro. E se fra le donne è stabile fra gli uomini ha conosciuto un significativo calo con una riduzione dell’1,8% annuo fra il 2003 e il 2017, soprattutto grazie alla riduzione dei tumori di polmone e prostata.

Il dato negativo riguarda l’incremento del numero di diagnosi di tumore al polmone tra le donne. Nel 2017 saranno 13 mila e 600 con una variazione del +49% in dieci anni: «L’aumento è costante per via dell’incremento della diffusione del fumo di sigaretta nel sesso femminile. Potrebbe incidere anche un aspetto della medicina di genere, ovvero che le donne sono più suscettibili al danno causato dall’esposizione alla nicotina e al catrame, ma il dato della maggiore diffusione del fumo conta sicuramente di più», sottolinea lo specialista.

In entrambi i sessi, fanno sapere gli esperti delle due associazioni, è salito il numero di diagnosi di pancreas, tiroide e melanoma, mentre i tumori di stomaco e colon-retto fanno segnare una riduzione: «Il tumore al colon-retto è destinato a ridursi sempre di più in termini di incidenza grazie a diagnosi sempre più precoci, allo screening e alla prevenzione primaria. Con la colonscopia, infatti, si eseguono gli screening e si fa anche prevenzione grazie all’asportazione degli adenomi».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al colon-retto, meno di 1 italiano su 2 prende parte a screening)

Mortalità, sopravvivenza e prevenzione

Oggi sono più di tre milioni e 300 mila i cittadini che vivono dopo la diagnosi, nel 2010 erano il 24% in meno: «Si è allargata la platea di chi è sopravvissuto al tumore, con una riduzione della mortalità a cinque e a dieci anni dalla diagnosi». La sopravvivenza a cinque anni nelle donne è maggiore rispetto a quella degli uomini: 63% contro 54%, grazie soprattutto alle prognosi favorevoli del tumore al seno.

Restano però alcuni squilibri territoriali: «L’incidenza dei tumori è maggiore al Nord. Al Sud ci si ammala di meno ma la mortalità da tumore è superiore a quella delle regioni settentrionali». La mortalità è dunque in calo e lo è grazie al contributo di diversi fattori tra cui il perfezionamento dei trattamenti, con il consolidamento delle nuove opzioni immunoterapiche per alcune neoplasie: «Il merito è anche delle innovazioni nelle terapie ma non dobbiamo dimenticare i vantaggi che arrivano dalla prevenzione e dalle diagnosi precoci. L’obiettivo è raggiungere quel 40% di tumori evitabili con la prevenzione primaria e secondaria», conclude il professor Santoro.

(Per approfondire leggi qui: Immunoterapia e cancro, la ricerca verso una migliore scelta dei pazienti da curare)