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Cervello, una nuova mappa porta alla luce cellule finora sconosciute

25/02/2015

 Da oggi il cervello ha meno segreti. Un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia ha infatti definito una mappa più dettagliata dei diversi tipi di cellule cerebrali, utilizzando una tecnica innovativa mai applicata prima al cervello. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science e riveste un’estrema importanza per possibili studi sulle malattie neurologiche.

Grazie a un metodo di analisi noto come Single-cell RNA-seq, in cui è possibile quantificare specifiche sequenze di molecole di Rna a livello delle singole cellule, i ricercatori hanno analizzato una per una tremila cellule cerebrali in un modello sperimentale e hanno valutato quali tra le migliaia di geni analizzati sono attivi in ciascuna di esse. Grazie a questa tecnica applicata per la prima volta su larga scala nel cervello, è stato possibile classificare 47 tipi cellulari diversi: tra questi, diversi neuroni specializzati dell’ippocampo e della corteccia somatosensoriale, alcune cellule dei vasi sanguigni e diverse cellule gliali, come astrociti e microglia, responsabili della produzione di mielina e della reazioni infiammatorie in diverse condizioni patologiche.

Con questa mappa i ricercatori – oltre a confermare precedenti classificazioni basate su tecniche morfologiche e funzionali – hanno potuto descrivere nel dettaglio molecolare ogni tipo cellulare e mostrare quali geni sono attivi. Il dottor Davide Pozzi, ricercatore del Laboratorio di Farmacologia e patologia del sistema nervoso di Humanitas, illustra l’aspetto innovativo di questa ricerca: «Fino a poco tempo fa la caratterizzazione delle cellule nervose era fatta in base alla morfologia, alla espressione di proteine e al comportamento elettrofisiologico dei neuroni. Questo studio compie un nuovo ‘censimento molecolare’ sulla base di molecole come fattori di trascrizione che queste cellule esprimono». Il cervello è noto per essere l’organo più complesso del corpo umano. Per dare un’idea di questa complessità, basta guardare al numero di cellule che lo compongono, circa 90 miliardi: ogni cellula non è uguale all’altra ma possiede una sua una precisa funzione e identità cellulare.

La ricerca, come sottolineano gli autori, dà alla comunità scientifica un nuovo strumento per capire meglio il comportamento delle cellule nervose in caso di patologie e danneggiamenti. “La tecnica messa a punto – continua Pozzi – è stata estesa anche ad altre cellule come appunto gli oligodendrociti e le cellule microgliali. Grazie alle evidenze di questo studio sarà possibile valutare se questo ‘censimento molecolare’ viene alterato nel caso di malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla o il morbo di Alzheimer, in cui questi due tipi cellulari sono particolarmente coinvolti”, conclude l’esperto.

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