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Malattia di Crohn, quando ricorrere ai supplementi di vitamine e minerali?

04/07/2017

La malattia di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale che pregiudica la qualità di vita del paziente e che ne condiziona le scelte alimentari. La patologia, che colpisce prevalentemente il piccolo intestino, può interferire con la capacità dell’organismo di assorbire determinati nutrienti. Ecco perché la supplementazione di vitamine e/o di minerali può essere necessaria. Ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

Tra i sintomi più frequenti della malattia di Crohn ci sono la diarrea e i dolori addominali. Cambiare la dieta può rivelarsi molto importante perché aiuta a ridurre proprio l’intensità dei sintomi ed estendere il periodo che passa tra una riacutizzazione e l’altra. Non ci sono regole generali per tutti i pazienti, ma le variazioni specifiche della dieta varieranno a seconda delle caratteristiche della patologia. Ad esempio in alcuni casi sarà necessario evitare gli alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura fresca o i cereali integrali, in altri limitare l’apporto di grassi o di alimenti contenenti lattosio.

Decisive le caratteristiche della malattia

Per le problematiche associate all’assorbimento dei nutrienti e per le diverse abitudini alimentari seguite dal paziente, la dieta potrebbe dunque essere integrata da supplementi. A incidere potrebbe essere anche il trattamento farmacologico, che a volte può interferire con l’assorbimento di alcuni micronutrienti, o la semplice mancanza di appetito del paziente.

(Per approfondire leggi qui: Intestino irritabile o malattia di Crohn? L’importanza della diagnosi precoce)

In ogni caso sarà il medico che ha in cura il soggetto colpito a definire dosi e durata della supplementazione. Questo sarà fatto alla luce delle caratteristiche della patologia, ad esempio del grado di coinvolgimento della mucosa del piccolo intestino.

Quali sono i micronutrienti che più spesso vengono integrati?

Tra le vitamine è spesso inadeguato l’apporto di vitamine A, C ed E, di vitamina D, B12 e acido folico e di vitamina K. Ad esempio se la dieta prevede un ridotto consumo di cibi contenenti fibre, allora potrebbe verificarsi una carenza di vitamine come la A e la C. Tra i minerali, invece, ricordiamo principalmente il calcio, il ferro e lo zinco.

I rischi associati alla carenza di questi nutrienti sono: un introito insufficiente di vitamina D e di calcio aumentano il rischio di osteoporosi mentre la carenza di vitamina B12, folati e ferro è causa di diverse forme di anemia. L’anemia da carenza di ferro è tra le principali manifestazioni extra-intestinali della malattia infiammatoria intestinale.

(Per approfondire leggi qui: Malattia di Crohn, presto nuovi farmaci biologici)

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