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Scompenso cardiaco, cosa succede con il caldo?

04/07/2017

I soggetti colpiti da malattie croniche, come ad esempio lo scompenso cardiaco, rientrano tra le categorie a rischio. L’afa e l’umidità, infatti, possono insidiare la loro salute più che in altri individui. In che modo il gran caldo può rappresentare un pericolo per i soggetti scompensati? Quali contromisure devono essere adottate? L’abbiamo chiesto agli specialisti di Humanitas.

Lo scompenso cardiaco si caratterizza per l’inefficienza del cuore a svolgere le sue normali funzioni di pompa: il muscolo cardiaco non riesce a garantire un adeguato afflusso di sangue all’organismo. I suoi sintomi principali sono l’aumento del battito cardiaco con conseguente palpitazione, la fatica e la dispnea, ovvero la difficoltà a respirare. Il caldo, che aumenta la vasodilatazione e riduce i valori della pressione arteriosa, farà peggiorare la sintomatologia generale. Ad esempio il paziente potrà sentirsi molto più debole del solito, lamentando difficoltà a svolgere anche le più semplici attività quotidiane.

Come cambierà la terapia farmacologica?

Il trattamento dello scompenso cardiaco prevede l’assunzione di diversi farmaci per migliorare l’attività del muscolo cardiaco, in particolare diuretici e vasodilatatori. I diuretici però possono aumentare il rischio di disidratazione del paziente mentre i vasodilatatori abbassano ulteriormente i valori della pressione arteriosa.

Per questi motivi sarà necessario trovare un nuovo equilibrio tra le dosi dei farmaci che mantengono efficiente la circolazione del sangue e la funzionalità del cuore con le nuove condizioni climatiche.

Per far fronte al caldo si consiglia sempre di bere molto, fino a due litri di acqua al giorno, di consumare pasti leggeri, con pesce carni bianche, cereali integrali e frutta e verdura di stagione. Questi consigli validi per la popolazione generale devono essere però cuciti su misura per il paziente scompensato quando si parla di idratazione: bisognerà limitare l’apporto di acqua a un litro al giorno e a mezzo litro per quanto riguarda gli altri liquidi che si assumono con l’alimentazione, dalla frutta ai pasti alle altre bevande.

Scompenso cardiaco e attività fisica

Spesso chi soffre di scompenso presenta anche una funzionalità renale compromessa e dunque un alto apporto di acqua potrebbe aumentare la tendenza a trattenere i liquidi. Se però la sudorazione è abbondante si può incrementare l’introito massimo di liquidi a  un litro e mezzo d’acqua. In ogni caso  è bene misurare quotidianamente il peso corporeo: se aumenta è perché il corpo sta accumulando liquidi e quindi sarà bene limitarsi al litro.

Per la gestione dell’insufficienza cardiaca lo specialista potrebbe aver “prescritto” dell’attività fisica, importante per il mantenimento del tono muscolare. Anche una passeggiata all’aria aperta è utile ma in estate bisogna tener conto di alcune accortezza. Meglio evitare di fare attività fisica in ambienti caldi e nelle ore centrali della giornata, così come ad alta quota. Una buona soluzione, praticabile al mare,  potrebbe essere fare attività fisica in acqua, anche solo passeggiare. Questo perché, grazie all’effetto antigravitazionale, lo sforzo fisico in acqua è meglio tollerato.

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