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Giornata mondiale senza tabacco: nel mondo il fumo causa 1 decesso su 10

26/05/2017

Una morte su 10 è dovuta al fumo di sigaretta. Nel mondo sono più di 6 milioni i decessi associati a questa dipendenza, la metà dei quali in soli quattro Stati: Cina, India, Stati Uniti e Russia. Se gli sforzi fatti da tantissimi Paesi nell’adottare politiche anti-tabacco hanno dato importanti risultati, la crescita della popolazione a livello mondiale incide sul numero dei fumatori giornalieri.

Ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation della University of Washington di Seattle (Usa) hanno analizzato i dati del Global Burden of Disease 2015 relativi a 195 Stati e al periodo 1990-2015. Lo studio è stato pubblicato su Lancet. Il fumo di sigaretta resta tra i principali fattori di rischio di mortalità e disabilità a livello globale. In particolare si colloca al secondo posto dietro l’ipertensione sebbene in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, sia in cima alla lista. Nel mondo sono stati 933 milioni i fumatori giornalieri nel 2015, un uomo su 4 e una donna su 20, comunque in calo dal 1990 quando fumava 1 maschio su 3 e una femmina su 12. L’Italia si colloca fra i Paesi ad alto indice di fumatori giornalieri. 

(Per approfondire leggi qui: Fumo, anche una sigaretta al giorno fa maleFumo, anche una sigaretta al giorno fa male)

A fronte di questa tendenza, però, il numero delle morti associate al fumo di sigaretta è salito del 4,7% fermandosi nel 2015 a 6,4 milioni di decessi. «Il fumo ucciderà più di 175 milioni di persone nel mondo da qui all’anno 2030, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ancora molto indietro sul terreno delle politiche contro il fumo, con i bambini fra le prime vittime», aggiunge la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro antifumo di Humanitas Cancer Center.

Cosa poter fare per poter contenere i danni? «Una formula magica purtroppo non esiste se non quella di credere nel lavoro di tutte le persone impegnate nel contrasto alla dipendenza dal fumo di sigaretta e che si scontrano con il potere delle multinazionali del tabacco. Tra questi c’è il personale dei Centri Antifumo che vanno avanti nel tentativo di indurre la motivazione a smettere di fumare a quante più persone possibile», conclude la specialista.

31 maggio è Giornata mondiale senza Tabacco

In molti Paesi fortunatamente le politiche anti-tabacco hanno funzionato nella riduzione del numero di fumatori grazie, ad esempio, all’aumento delle tasse sui prodotti da fumo, all’inserimento di immagini shock sui pacchetti di sigarette e alle campagne di educazione. Ad esempio il Brasile ha più che dimezzato la platea dei fumatori in entrambi i sessi. Un recente studio pubblicato su Lancet Public Health ha indicato nel divieto di fumo in determinate aree pubbliche la misura più attuata in 126 Paesi mentre quella meno attuata sono stati i divieti nel marketing. Molti Stati però, soprattutto fra le aree a reddito più basso, non hanno fatto registrare significative variazioni se non addirittura aumenti.

(Per approfondire leggi qui: Le campagne shock contro il fumo funzionano?)

Come ogni anno il 31 maggio ricorre la Giornata mondiale senza Tabacco (World No Tobacco Day) promossa dall’Oms-Organizzazione mondiale della Sanità. In questa edizione il focus è rivolto ai rischi associati non solo per la salute ma per lo sviluppo sostenibile e il benessere economico di tutti i Paesi.

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