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Parlare mentre ci si guarda negli occhi, ecco perché non è facile farlo

01/04/2017

Guardare una persona negli occhi mentre si parla a volte può risultare complicato e non solo perché, magari, si sta nascondendo qualcosa. Il motivo può essere semplicemente legato alle risorse di cui si dispone. Il cervello, infatti, non sarebbe in grado di fare due azioni contemporaneamente: fissare lo sguardo verso l’altro e cercare le parole giuste per quella conversazione. Insomma, si tratterebbe di due fenomeni non indipendenti che potrebbero stridere tra loro.

Spesso a confliggere sono due processi della stessa natura, ad esempio due compiti linguistici, che sottostanno quindi allo stesso dominio cognitivo che in qualche modo è sottoposto ad iper-lavoro. In questo caso no. Il processo linguistico e quello visivo potrebbero interferire non tanto perché richiedono le stesse risorse specifiche ma perché sfruttano le cosiddette risorse cognitive dominio-generale, quelle abilità trasversali a diverse funzioni cognitive e quindi utilizzate per svolgere compiti diversi.

Ricercatori della Università di Kyoto, in Giappone, hanno coinvolto 26 volontari ai quali è stato chiesto di risolvere dei giochi di associazione tra parole mentre guardavano dei volti sullo schermo di un computer. Alcuni di questi avevano lo sguardo rivolto all’utente altri no. Ai soggetti veniva riferito un sostantivo e loro, nel più breve tempo possibile, avrebbero dovuto associare un verbo con cui poter creare una frase. La generazione dei verbi cambiava in base a due parametri: la richiesta di recupero, una misura del grado di “attrazione” dei verbi da parte del sostantivo, e la richiesta di selezione, ovvero il numero di verbi adattabili al sostantivo. Incrociando alto/basso recupero e alta/bassa selezione i ricercatori hanno creato quattro diversi scenari.

I partecipanti evitavano il contatto visivo diretto solo quando veniva sottoposto loro un termine ad alta richiesta di recupero e ad alta selezione, ovvero parole che richiamavano dei verbi a loro adatti con qualche difficoltà in più.

 

Cosa succedeva a livello cerebrale quando le associazioni tra sostantivi e verbi erano più complesse?

Secondo i ricercatori il cervello attivava dei processi linguistici e dei processi dominio-generali di controllo e attenzione ai quali probabilmente fa riferimento anche il contatto visivo. Quando il processo linguistico utilizza delle risorse dominio-generale ecco che i due processi entrano in competizione, la produzione linguistica rallenta e i tempi di reazione sono maggiori.

Dal laboratorio alla vita di tutti i giorni. Sarebbe questo il motivo per cui, quando si affrontano certi discorsi, è difficile guardare negli occhi l’interlocutore? Lo studio fornisce una possibile ipotesi per interpretare il fenomeno per il quale, quando affrontiamo discorsi “onerosi”, è più probabile che lo sguardo devii. Inoltre non dimentichiamo che nella vita reale pesano altre variabili che nell’esperimento non sono state prese in considerazione, come per esempio variabili di tipo emotivo.

La ricerca è stata pubblicata su Cognition.

 

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