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Cervello, la gravidanza lo cambia per preparare le donne alla maternità?

05/04/2017

La gravidanza lascia traccia nel cervello? Probabilmente sì. Quando una donna diventa mamma il suo cervello subirebbe delle variazioni nelle aree associate alle relazioni sociali e alla comprensione della mente dell’altro. In altre parole le abilità della neo-mamma di interagire con il bambino e di comprenderne in i bisogni in qualche modo migliorerebbero. È la conclusione di una ricerca della Universitat Autonoma di Barcellona (Spagna) pubblicata su Nature Neuroscience.

I ricercatori hanno “fotografato” il cervello di 25 donne prima e dopo la loro prima gravidanza e quello di 19 partner maschili. Queste immagini, ottenute con risonanza magnetica, sono state confrontate con quelle di un gruppo di controllo composto da 20 donne senza figli e 17 partner maschili. I partecipanti sono stati seguiti per 5 anni e 4 mesi.

Si è visto come, dopo la gravidanza, nel cervello delle donne la materia grigia delle regioni associate alla cognizione sociale (quel dominio cognitivo che elabora tutte le informazioni di tipo relazionale e sociale) fosse ridotta. La cognizione sociale fa riferimento a un’area delle neuroscienze che cerca di capire in che modo il cervello elabora degli input a carattere sociale. Un ambito della cognizione sociale è, per esempio, la cosiddetta teoria della mente che si riferisce a tutte quelle capacità cognitive che permettono all’essere umano di attribuire intenzioni ed emozioni al soggetto che ci sta davanti.

Guardando il proprio figlio il cervello delle donne si attivava diversamente

I cambiamenti osservati a livello cerebrale potrebbero essere la “firma” di un particolare processo: è come se il cervello si stesse adattando e specializzando ad affrontare la maternità. Le sinapsi meno efficienti sarebbero sostituite in qualche modo eliminate lasciando spazio ai network neuronali più specializzati, questo avveniva solo nelle aree cerebrali associate alle funzioni più relazionali e sociali del nostro cervello, quelle che ipoteticamente sono più necessarie per gestire le sfide della genitorialità e per interpretare al meglio le emozioni dei bebè.

Le variazioni osservate in queste aree erano confermate anche da altri test effettuati dai ricercatori: quando il team ha mostrato alle neo-mamme le foto dei loro bambini e quelle di altri neonati, alla vista dei visi dei loro figli il cervello rispondeva in maniera più significativa con l’attivazione proprio di quelle regioni cerebrali interessate dalla riduzione di materia grigia.

Un’ulteriore conferma è che esclusivamente dall’osservazione delle immagini di risonanza dei cervelli dei partecipanti, ovvero il tipo di variazioni cerebrali rilevate dalla risonanza magnetica, i ricercatori erano in grado di identificare le donne che avessero avuto una gravidanza o meno.

Quali possono essere i possibili risvolti visibili di queste variazioni del cervello delle donne?

Il grado di mutamento delle aree cerebrali era associato a un diverso grado di attaccamento tra madre e bambino, una misura della solidità del rapporto tra madre e figlio che soddisfa il bisogno di sicurezza e protezione. L’ipotesi finale dei ricercatori è che le variazioni cerebrali riscontrate, essendo associate alla cognizione sociale, quindi al rapportarsi con gli altri, alla comprensione degli altri, caratterizzano un processo adattativo che favorisce la capacità della donna di percepire i bisogni del bambino e di capire le sue emozioni.

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