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Tumore seno, l’esercizio fisico contro gli effetti collaterali delle terapie

07/03/2017

Prevenzione, ma non solo. Quando si parla di tumore al seno i benefici dell’attività fisica vanno oltre il campo della prevenzione e si estendono anche a quello del trattamento. Laddove possibile, infatti, un’attività fisica regolare sarebbe in grado di contrastare l’affaticamento da radioterapia nelle donne con tumore mammario.

La radioterapia può essere usata come trattamento adiuvante dopo un intervento chirurgico di asportazione del tumore per minimizzare il rischio di recidiva. Tra i suoi effetti collaterali c’è proprio la fatica: le pazienti si sentono spossate soprattutto dopo le prime settimane di trattamento. Se possibile, oltre al riposo, sarebbe utile dedicare un po’ di tempo, magari ogni giorno, al movimento.

Esercizio fisico calibrato su proprio stato di salute

Secondo un recente studio pubblicato su Breast e realizzato dal Trinity College di Dublino (Irlanda), l’attività fisica riuscirebbe ad alleviare il senso di fatica dovuto alla radioterapia. I ricercatori hanno condotto una revisione di nove studi relativi a poco più di 800 partecipanti. Alcuni studi hanno effettivamente dimostrato l’efficacia del movimento nel diminuire la fatica rispetto ai gruppi di controllo. Pertanto, sebbene servano ulteriori studi per confermare i risultati, il team suggerisce che un tipo di esercizio fisico svolto sotto supervisione medica e che combini attività aerobica e di resistenza, potrebbe essere benefico per le donne con tumore al seno.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, non solo noduli: i segnali da non sottovalutare)

«Lo studio si aggiunge a un filone di ricerca che ha individuato i diversi benefici dell’attività fisica, uno strumento utile per contenere il rischio di tumore al seno e quello di recidiva ma anche per alleviare gli effetti collaterali delle terapie per carcinoma mammario», aggiunge il dottor Andrea Sagona, chirurgo senologo di Humanitas Cancer Center.

«L’importante – sottolinea – è svolgere attività fisica principalmente di tipo aerobico, dalla camminata a passo veloce alla bicicletta al nuoto, considerando le proprie condizioni fisiche, senza eccedere nelle “dosi” e valutando anche il proprio stato di allenamento pregresso».

Ma perché il movimento aiuterebbe a gestire il rischio di tumore al seno?

Un possibile meccanismo è stato valutato da alcuni ricercatori della University of Copenhagen (Danimarca) in uno studio pubblicato su Breast Cancer Research and Treatment. Quando ci si mette in movimento, nell’organismo si innescano delle reazioni metaboliche e ormonali dovute alla produzione di miochine, molecole prodotte dal sistema muscolo scheletrico, e di catecolamine, una classe di neurotrasmettitori come l’adrenalina.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, l’attività fisica contro il rischio di linfedema?)

«A queste variazioni metaboliche sono associati degli effetti fisiologici che potrebbero mediare l’effetto positivo del movimento sulla progressione del tumore al seno. Il metabolismo ormonale, la produzione e azione dell’insulina e l’infiammazione sarebbero inoltre condizionati dall’attività fisica», conclude il dottor Sagona.

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