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Stipsi, aiuta l’intestino con 8-10 bicchieri di acqua al giorno

02/03/2017

Liquidi e fibre. È questa l’accoppiata magica contro la stitichezza: le fibre aiutano l’intestino a lavorare con regolarità e i liquidi, ovvero l’acqua, a rendere le feci morbide.

In caso di stipsi, infatti, bisogna fare attenzione alla dieta. La prima indicazione è sempre quella volta a cambiare le abitudini alimentari aumentando l’apporto di fibre fino a 20-35 grammi al giorno. Altrettanto importante è bere molto: i liquidi aiutano a rendere le feci morbide e, quindi, a favorirne l’evacuazione. Ecco perché tra gli individui più a rischio di stipsi ci sono gli anziani che, in genere, tendono ad assumere pochi liquidi mentre dovrebbero bere almeno 2 litri di acqua al giorno, 8-10 bicchieri.

(Per approfondire leggi qui: Intestino “addormentato”? Massaggi e respirazione per risvegliarlo)

E la dieta disequilibrata, povera di alimenti ricchi di fibre, spesso si nasconde dietro l’insorgenza di una stipsi cronica. A volte alla base della stitichezza cronica ci sono errate abitudini alimentari, in particolare un ridotto consumo di fibre. Le fibre, soprattutto quelle insolubili, determinano le normali contrazioni peristaltiche intestinali favorendo così la progressione della massa fecale e la sua successiva espulsione.

Oltre a fibre e acqua, cosa può essere utile per recuperare il benessere intestinale

Si può ricorrere a lassativi formanti massa come per esempio lo psyllium o la metilcellulosa. Altri lassativi che possono giovare sono quelli di tipo osmotico, come i preparati a base di polietilene glicale. Di recente sono stati messi in commercio anche alcuni nuovi farmaci quali la linaclotide e la prucalopride, da assumere sotto stretto controllo medico.

(Per approfondire leggi qui: Contro l’intestino “pigro” bene le fibre solubili come lo psyllium)

Il semplice fatto di non evacuare ogni giorno non significa soffrire di stitichezza, a patto che ciò avvenga senza sforzo e con feci morbide. In generale si parla di stipsi quando ci sono meno di tre evacuazioni a settimana, a cui tendenzialmente si associano sforzo durante la defecazione, feci dure o sensazione di evacuazione incompleta.

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