Stai leggendo Mantovani: “Contro il cancro cerchiamo di togliere i freni all’immunità”

Magazine

Mantovani: “Contro il cancro cerchiamo di togliere i freni all’immunità”

16/01/2017

«Stiamo cominciando a imparare a togliere i freni al sistema immunitario e a riattivarlo contro il cancro. Il fatto che si siano aperte nuove frontiere, tra cui l’immunologia, è motivo di speranza». Nell’immunità si nascondono alcune armi da poter imbracciare nella lotta contro i tumori e alcuni risultati si sono visti, ad esempio, nel trattamento del melanoma avanzato. Di immunità e oncologia, ma non solo, ha parlato il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University, a Che Tempo Che Fa, in onda su Rai3.

«Per molto tempo – spiega il professore – l’attenzione è stata dedicata alle cellule tumorali; gli immunologi hanno sostenuto anche l’importanza del sistema immunitario. Continuamente le nostre difese eliminano cellule a rischio di diventare cellule tumorali. In un paziente con cancro sono però successe due cose: parte delle difese sono diventate “poliziotti corrotti” e aiutano il tumore, parte dei difensori si sono addormentati con questi “poliziotti” che somministrano loro dosi di sonnifero».

(Per approfondire leggi qui: Mantovani: “Dall’immunoterapia contributo decisivo contro il melanoma”)

Nel 2020 oltre 4 milioni di casi di tumore

«C’è stato un cambio di visione accompagnato da nuove strategie per risvegliare le nostre difese immunitarie e fermare i “poliziotti corrotti”. Nel melanoma avanzato, dove non si erano registrati progressi per decenni, abbiamo ora il 20% di pazienti curati e la speranza è che siano dal 40% al 60%. Nel caso della leucemia linfatica acuta ne curiamo il 90% e la speranza è che, grazie alle terapie immunologiche, possiamo curare un’altra quota di pazienti».

Le prospettive sull’incidenza del cancro nei prossimi anni sono uno sprone per un maggiore impegno nei laboratori e negli ospedali: «Rispetto alla nostra aspettativa di vita pari a 84 anni di età, 1 maschio su 2 e 1 donna su 3 avranno un’esperienza di tumore. Se oggi i pazienti sono 3 milioni, nel 2020 saranno più di 4 milioni. Questo è un motivo per lavorare più intensamente», ricorda il professore.

0-5-30 per la prevenzione del tumore

Una quota di casi di tumore è intimamente legata allo stile di vita, ecco perché con l’impegno personale si può contribuire ad abbassare il rischio oncologico. Un modo per farlo è seguire la formula coniata dal professor Mantovani: 0-5-30. «0 fumo di sigaretta, 5 porzioni al giorno di frutta e verdura fresche e 30 minuti di attività fisica moderata al dì. Più uno strumento, la bilancia: controlliamo il peso», raccomanda il professore.

(Per approfondire leggi qui: Vaccino per il papilloma virus, una decisione di famiglia)

E per alcune forme di tumore la prevenzione si fa anche con le vaccinazioni, come per l’HPV, il Papillomavirus che nel nuovo Piano vaccinale è stato esteso gratuitamente anche ai maschi adolescenti: «Il virus del Papilloma, oltre a causare il tumore alla cervice nelle donne, è causa di tumore anale e del distretto testa collo anche nel maschio. Il mio consiglio è di fare tutte le vaccinazioni necessarie per proteggere se stessi e “allacciare le cinture di sicurezza” a quegli adulti e bambini più deboli con sistema immunitario compromesso», conclude il professor Mantovani.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita