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Influenza e vaccino in gravidanza, nessun aumento del rischio autismo

08/12/2016

Autismo e vaccini, un nuovo studio nega l’associazione. Questa volta si tratta del vaccino antinfluenzale: alla sua somministrazione in gravidanza non sarebbe associato alcun aumento del rischio dei bambini di sviluppare disturbi dello spettro autistico. Lo studio è stato condotto da Kaiser Permanente Northern California (Stati Uniti) e pubblicato sulla rivista JAMA Pediatrics.

Come riferiscono i ricercatori, alcuni studi epidemiologici recenti hanno riferito un aumentato rischio di sviluppare tali patologie in associazione alle infezioni e alla febbre che possono colpire le donne in gravidanza. Altre ricerche si sono soffermate anche sull’associazione tra questo rischio e il momento della comparsa di queste infezioni, ma i risultati sono contraddittori, si legge nello studio. In alcuni casi si sono correlate le infezioni virali nel primo trimestre mentre in altri le infezioni batteriche sorte nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.

Vaccino antinfluenzale inoculato in tutti e tre i trimestri di gravidanza

Partendo da queste premesse i ricercatori americani hanno valutati i dati relativi a oltre 196mila bambini. Tra le loro mamme 1400 erano state colpite da influenza durante la gestazione e poco più di 45mila avevano ricevuto il vaccino da puerpere. Tra i bambini sono stati registrati poco più di 3mila casi di disturbi dello spettro autistico, ovvero disturbi del neurosviluppo (Autism Spectrum Disorders, ASD in inglese) tra cui l’autismo e la sindrome di Asperger.

(Per approfondire leggi qui: Il vaccino non causa l’autismo)

In conclusione, non è stata rilevata alcuna associazione tra un aumentato rischio di questi disturbi e l’influenza stagionale materna né riguardo la somministrazione del vaccino antinfluenzale durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. Dopo aver corretto i dati, l’associazione con la vaccinazione durante il primo trimestre diventava statisticamente non significativa ma, comunque, i ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori studi per indagare meglio questo legame. Lo studio, in ogni caso, non risolve la questione in termini di causa effetto, puntualizza il team.

Che conseguenze può avere contrarre l’influenza in gravidanza?

«I rischi sono generalmente molto bassi. Naturalmente ci sono forme influenzali più gravi che hanno indotto le autorità sanitarie a includere le donne incinte tra le categorie alle quali raccomandare la vaccinazione antinfluenzale a ogni nuova stagione», spiega il dottor Stefano Acerboni, ginecologo dell’ospedale Humanitas San Pio X.

(Per approfondire leggi qui: Vaccino antinfluenzale, cosa devono fare le donne in gravidanza?)

In Italia il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione contro l’influenza alle donne che, all’inizio della stagione epidemica, si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. «Questo perché alla 14ma settimana il processo embriogenetico è quasi completo e dunque il feto si è formato quasi del tutto. Prudenzialmente, prima della 14ma settimana, quindi con il processo di formazione del feto in corso, si cerca di evitare la somministrazione di farmaci e anche dei vaccini. Le coperture vaccinali per le donne in gravidanza nel nostro Paese sono in ogni caso piuttosto basse, di poco superiori al 10%».

Per un particolare gruppo di donne, l’invito a fare il vaccino è più stringente

«Fortemente raccomandata è la vaccinazione per le donne in gravidanza affette da patologie preesistenti che richiedono l’assunzione di farmaci immunosoppressori. Queste pazienti sono immunodepresse o a rischio di endocardite per cui le conseguenze di un’influenza possono essere molto più serie», conclude lo specialista.

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