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Reflusso gastroesofageo, il latte fa bene o male?

25/11/2016

Cosa succede se si soffre di reflusso gastroesofageo e si beve latte? Molti pensano che il latte, essendo alcalino, dovrebbe “tamponare” l’azione degli acidi gastrici. Il beneficio ci potrà essere, benché temporaneo. Tuttavia se il latte è intero, dunque più ricco di grassi, rallenta lo svuotamento gastrico. In questo modo i succhi gastrici restano nello stomaco più a lungo potendo così risalire facilmente verso l’esofago.

Sono gli acidi contenuti nello stomaco che “invadono” l’esofago i responsabili del reflusso gastroesofageo, una condizione che interessa milioni di persone sia temporanea che come patologia cronica. Le persone che ne soffrono riferiscono fastidio, bruciore, sensazione di rigurgito acido, bruciore al centro del petto. Oltre a questi sintomi tipici ce ne sono di atipici che fanno preoccupare di più chi li accusa poiché spesso vengono confusi con i sintomi di altre patologie, ad esempio il dolore al petto che viene scambiato per il dolore di un infarto. In altri casi, in presenza di tosse secca e fastidiosa o dolore alle orecchie, ci si rivolge prima all’otorino o al pneumologo che a loro volta inviano i pazienti allo specialista gastroenterologo per confermare la diagnosi di reflusso.

(Per approfondire leggi qui: Reflusso, zenzero e curcuma per una migliore digestione: esperti in diretta FB. Guarda il video)

Per prevenire il reflusso bene evitare il sovrappeso

Inevitabilmente il reflusso gastroesofageo ha a che fare con l’alimentazione. Precisando che ogni caso è storia a sé, in teoria si cerca di limitare il consumo di cibi aciduli, in particolare nei momenti di stress o comunque quando i sintomi si riacutizzano. Più che per il loro “potere” acido, il loro consumo è contenuto perché stimolano la produzione di acido: esempi sono il cioccolato, ma anche la menta e il caffè che soprattutto a digiuno stimola un’eccessiva acidità gastrica. Meglio non esagerare con le tazzine nell’arco della giornata. Attenzione al “tamponamento” dell’acidità con pezzi di pane o cracker: sono tutti carboidrati e chi fa di questa azione un’abitudine potrebbe mettere su peso.

Ecco, il peso è proprio uno di quei fattori di rischio per il reflusso gastroesofageo. Prevenirlo si può guardando allo stile di vita. Il sovrappeso è da evitare perché i chili di troppo aumentano la pressione addominale che comprime lo stomaco e fa risalire gli acidi. È inoltre indispensabile non fumare, mantenersi attivi, anche se alcune forme di attività fisica come la corsa possono accentuare il reflusso, e – cosa più difficile – cercare di gestire lo stress.

(Per approfondire leggi qui: Reflusso gastroesofageo, 8 consigli per evitarlo)

Per l’alimentazione bisogna privilegiare prodotti con farine raffinate, più digeribili rispetto a quelle integrali, sebbene queste siano ricche di altre virtù; cibi cucinati alla piastra e al vapore, dalla verdura al pesce; l’insalata a foglia piccola (quella a foglia larga è difficilmente digeribile) e pochi condimenti. E poi bere tanta acqua naturale.

Acqua e bicarbonato contro il reflusso prima di andare a letto

Il beneficio è immediato ma non è una panacea soprattutto se il reflusso diventa cronico. E a proposito di letto, la cosa fondamentale è di far passare almeno due ore dalla cena a quando ci corichiamo. Approfittiamo per fare qualcosa che stimoli la digestione, dal portare il cane a spasso alle pulizie domestiche.

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