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Obesità, tra dieci anni 1 adulto su 5 sarà obeso

12/04/2016

La popolazione mondiale aumenta di peso. Se oggi ci sono 640 milioni di persone obese, nel 2025 1 adulto su 5 avrà chili in eccesso. È la stima di uno studio pubblicato su Lancet e realizzato dall’Imperial College London (Regno Unito).

I dati sono stati ricavati da una nuova analisi che comprende ben 1968 studi relativi a 186 Paesi. Sotto la lente dei ricercatori è finito l’Indice di massa corporea di quasi 20 milioni di persone adulte, con almeno 18 anni di età, tra il 1975 e il 2014. In questi 40 anni il numero di persone obese è passato da 105 milioni a 641 nel 2014. È come se la popolazione mondiale fosse aumentata in media di 1,5 kg ogni 10 anni. Di questo passo, nel 2025, circa un quinto di uomini e donne sarà obeso (il 6% della popolazione maschile e il 9% di quella femminile lo sarà severamente).

In particolare la proporzione di uomini obesi è raddoppiata mentre fra le donne è triplicata. Parallelamente a questa tendenza la quota di persone sotto peso è diminuita in entrambi i sessi. Negli ultimi 40 anni la prevalenza di persone sottopeso e obesità si sono capovolte: oggi ci sono più obesi che sottopeso. Tuttavia, sebbene i numeri sull’obesità rappresentino un motivo di forte preoccupazione, sottolineano i ricercatori, anche il sottopeso rimane un serio problema di salute pubblica sopratutto in Asia e Africa.

Quali sono i Paesi che oggi più devono fare i conti con l’aumento di peso?

L’Imc maggiore è stato registrato nelle isole della Polinesia e della Micronesia, Cina e Stati Uniti sono invece gli Stati con il girovita più abbondante. E i più magri? I giapponesi (tra i Paesi ad alto reddito) e in Europa le donne svizzere e gli uomini bosniaci. Nel 2025, i Paesi più interessati dall’aumento di persone obese nel Vecchio Continente saranno Regno Unito e Irlanda.

In Italia dal 1975 al 2014 le donne obese sono passate da 2,4 a 6,7 milioni mentre gli uomini obesi sono poco più che quadruplicati (da 1,4 a 5,8 milioni).

(Per approfondire leggi qui: Obesità e sovrappeso, un problema per oltre la metà degli italiani)

«I dati non sono più allarmanti, sono l’evidenza di un vero disastro. La percentuale di obesità sta crescendo come un’onda inarrestabile, sembra vada di pari passo con il riscaldamento globale ed è importante che si faccia qualcosa», osserva il dottor Giuseppe Marinari, responsabile di Chirurgia bariatrica dell’ospedale Humanitas. «Il mondo cosiddetto civilizzato da una parte ghettizza gli obesi, dall’altra sopporta (per ora) le spese per l’obesità, mentre i cosiddetti Paesi emergenti, dove un tempo il problema era marginale, sembra quasi considerino un punto d’onore entrare a far parte dei Paesi piagati dall’epidemia obesità.

Chirurgia applicata all’obesità non è soluzione per tutti

«Non ci sono al momento, in nessun continente, movimenti d’opinione per la riduzione dei problemi connessi all’obesità, mentre ce ne sono molti contro il global warming. La ricerca sembra fare piccolissimi passi alla volta, e spesso anche scoordinati, e l’unica terapia valida (la chirurgia) che abbiamo oggi contro l’obesità non può essere applicata su larga scala a tutti i possibili candidati».

(Per approfondire leggi qui: Sovrappeso e obesità, quali i tipi di intervento?)

«Forse i due problemi, una volta raggiunto l’acme, si risolveranno uno con l’altro: il riscaldamento globale ridurrà la capacità produttiva di cibo e a quel punto o scomparirà l’obesità o scomparirà la razza umana, si smetterà allora di inquinare e forse si ridurranno così le temperature. È un paradosso, ma forse non così sbagliato. Un tempo si temeva l’incubo nucleare: oggi è più probabile che la nostra sopravvivenza sia messa in crisi da inquinamento e obesità», conclude lo specialista.

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