Stai leggendo Obesità e sovrappeso, l’Indice di massa corporea dice la verità?

Featured

Obesità e sovrappeso, l’Indice di massa corporea dice la verità?

15/02/2016

L’Indice di massa corporea è il parametro più affidabile per valutare se una persona è obesa o in sovrappeso? Una nuova ricerca della University of California Los Angeles (Usa) pubblicata su International Journal of Obesity ha messo in dubbio l’utilità di questo indice.

Lo studio, realizzato da un team di psicologi, parte da un realtà riferita agli Stati Uniti, ovvero la pratica delle aziende di usare l’Indice di massa corporea (Imc) degli impiegati per determinare i costi dell’assicurazione sanitaria. Ad aprile è stata proposta una norma che farebbe lievitare i premi assicurativi a fronte di alti valori di Imc. Secondo i ricercatori usare l’indice porta a bollare come “non in salute”, perché obesi o sovrappeso, ben 54 milioni americani anche se sani.

L’Imc si calcola dividendo il peso in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri. Se il valore è tra 25,00 e 29,99 si è sovrappeso, oltre i 30 si è invece obesi. Lo studio indica che oltre il 30% delle persone con Imc “normale” sono in verità, sulla base di altri parametri, “non sani” e che 54 milioni di individui, tra persone sovrappeso e obese, sono invece in salute. I dati sono stati ricavati a partire da una popolazione di 40mila individui maggiorenni per i quali è stata analizzata l’associazione tra Imc e parametri come pressione arteriosa, livelli di colesterolo e trigliceridi.

(Per approfondire leggi qui: “Magri” ma con la pancia? È peggio che essere obesi)

«L’Imc è un parametro grossolano, ma è l’unica misura validata che abbiamo oggi a disposizione: da tempo si vorrebbero introdurre altri parametri ma non è semplice, anche perché vi sono differenze importanti fra diverse popolazioni», dice il dottor Giuseppe Marinari, responsabile di Chirurgia bariatrica dell’ospedale Humanitas.

È possibile che ci siano obesi ‘sani’ e persone con Imc normale ‘non sane’ da un punto di vista metabolico?

«Entro certi livelli di Imc sì. Per valori di Imc superiori a 40 o 45 l’attesa di vita è comunque ridotta, mentre per valori fra 30 e 40 si va facendo strada l’evidenza che l’Imc da solo non è sufficiente. È un problema di distribuzione del tessuto adiposo, dove chi ha più grasso in addome (e quindi ha una misura di circonferenza vita maggiore) di solito rischia di più di essere diabetico e di avere ipertensione arteriosa e/o livelli elevati nel sangue di colesterolo e trigliceridi. Diabete, ipertensione arteriosa e dislipidemia disegnano la cosiddetta sindrome metabolica, che si accompagna a un elevato rischio cardiovascolare».

Sulla base di cosa una persona con Imc pari o maggiore di 30 è da considerarsi malata?

«Di certo se è anche diabetica: la perdita di peso porterebbe infatti alla probabile remissione del diabete o quanto meno renderebbe i farmaci più attivi nel portare la glicemia a valori normali, riducendo così il rischio cardiovascolare».

(Per approfondire leggi qui: Obesità e sovrappeso, un problema per oltre la metà degli italiani)

«Al di là del diabete però, la sola misura di circonferenza vita superiore a cm 88 nella donna e cm 102 nell’uomo indica che se quella persona, ancora non affetta da diabete, di certo è predisposta ad ammalarsi di sindrome metabolica, di nuovo cadendo in una classe di malati più esposti a infarto miocardico e ictus. Da alcuni anni l’International Diabetes Federation ha abbassato la soglia per determinare l’aumento di rischio cardiovascolare (cm 88 per la donna e cm 102 per l’uomo) a rispettivamente cm 80 e cm 94», conclude l’esperto.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita