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Prevenzione

Raffreddore: i consigli per la prevenzione e la cura

13/12/2013

 

Sebbene ritenute inevitabili con l’arrivo dei primi freddi, le malattie da raffreddamento possono essere evitate. Con il contributo della dottoressa Francesca Puggioni, specialista dell’Unità Operativa di Pneumologia in Humanitas, vediamo come provare a prevenirle e a come intervenire qualora colpiti.

 

Difese immunitarie più forti

«L’ideale sarebbe arrivare sani all’autunno, possono essere di aiuto in questo senso i cicli con immunostimolanti in compresse o bustine, una strategia preventiva della durata di un mese o più, efficaci nel rafforzare le difese immunitarie. Nel nostro organismo non deve poi mancare la vitamina C: la si può assumere tramite il consumo di frutta fresca stagionale o in caso di controindicazioni mediante integratori».

Attenzione alle temperature

«Occorre poi prestare attenzione alle temperature cercando di evitare gli sbalzi. In auto non bisognerebbe superare i 20 gradi; in casa invece la temperatura ideale è sui 20-21 gradi».

Quanto coprirsi?

«Quando si esce non bisogna coprirsi in maniera eccessiva: indossare giubbotti e cappotti e poi sudare espone al raffreddamento. È consigliabile coprire la bocca con una sciarpa se si esce nelle prime ore del mattino: questa fascia oraria è  particolarmente rischiosa per la contrazione dei virus. La pelle ha bisogno di traspirare pertanto sono preferibili i capi di lana e cotone e le giacche a vento con le aperture sotto le ascelle».

E per chi invece ha contratto il virus influenzale?

«Chi ha il raffreddore non deve far mancare al proprio organismo la vitamina c, deve curare l’idratazione bevendo almeno un litro e mezzo di liquidi al giorno per favorire il drenaggio del muco. Via libera dunque ad acqua, tè, tisane e spremute. Assicurarsi un’alimentazione ricca di frutta e verdura, anche cotta; prediligere alimenti facilmente digeribili e consumare numerosi piccoli pasti.

Se possibile evitare di uscire in modo da non agevolare la diffusione del virus. In caso di raffreddore preferire i fazzoletti di carta da gettare poi nello scarico del wc o in un sacchetto chiuso. I virus in questo modo vengono isolati e non possono continuare a diffondersi».

Quali farmaci è consigliabile assumere?

«In caso di febbre si può ricorrere al paracetamolo. Senza indicazione medica però non bisogna assumere antibiotici: questi non contrastano l’azione del virus e possono peggiorare la situazione distruggendo la flora intestinale e creando batteri resistenti agli antibiotici, vanificandone gli effetti qualora dovessero servire per altre patologie. I probiotici invece sono alleati dell’intestino e contribuiscono a ripristinarne i batteri buoni«.

E se il raffreddore non passa?

Se il raffreddore dura molti giorni, recidiva frequentemente e si trasforma facilmente in tracheobronchite è consigliabile consultare uno specialista. La parola al dottor Luca Malvezzi, specialista dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria in Humanitas.

«Il raffreddore è una rinosinusite virale perché anche nel raffreddore vi è una compartecipazione dei seni paranasali. La durata è in genere di 5, massimo 10 giorni e tipicamente le secrezioni rinosinusali sono di colore chiaro. Quando la durata si protrae e le secrezioni assumono un colore giallo/gialloverde la rinosinusite è di tipo batterico e la valutazione specialistica consente diagnosi e corretta terapia antibiotica e steroidea. In alcuni soggetti raffreddori con queste caratteristiche (rinosinusiti) si presentano con una certa frequenza nel corso dell’anno e possono coinvolgere bronchi e polmoni. Non bisogna essere superficiali e tenere presente che oggi, in modo più corretto rispetto al passato, si devono considerare le vie aeree come un unico sistema, così come spesso, un unico sistema viene considerato dal punto di vista patologico, United Airways Disease. Pertanto, la soglia di attenzione deve aumentare, la valutazione clinica diventare collegiale, coinvolgendo l’otorinolaringoiatrica, la pneumologica e l’allergologica, così da favorire il corretto inquadramento clinico (evidenza di asma e allergia) e fornire gli strumenti adeguati per curare nel migliore dei modi il paziente. Una possibilità terapeutica è la chirurgia rinosinusale. Una chirurgia “sartoriale”, ritagliata in base alla patologia e all’”esigenza” di ogni singolo paziente e progettata sulla base della valutazione sugli aspetti anatomici del massiccio facciale (il frequent flyer, ovvero colui che frequentemente si sposta in aereo per ragioni lavorative è uno dei soggetti candidabili alla chirurgia rinosinusale in caso di dolori facciali soprattutto presenti nelle manovre di atterraggio).

Oggi si tende a considerare le vie aeree come un unico sistema e pertanto si attua una presa in carico del paziente collegiale, con il coinvolgimento dell’otorinolaringoiatra, dello pneumologo e dell’allergologo».

 

A cura di Valeria Leone

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