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Memoria stanca? Attivato un nuovo ambulatorio di neurologia

27/12/2012

MEMORIA STANCA? ATTIVATO NUOVO AMBULATORIO DI NEUROLOGIA

Articolo pubblicato su “L’Eco di Bergamo” il giorno 24 luglio

Accade spesso a tutti noi di dimenticare qualcosa…E accade soprattutto quando siamo stanchi, preoccupati e accompagnati da un sintomo che, a volte, facciamo fatica a comprendere: l’ansia. 
Nei momenti di maggiore tensione emotiva e di fatica fisica “dimenticare” è frequente. Se per le persone non più giovanissime avere una memoria non più brillante può essere naturale, al contrario, può sembrare strano per i soggetti giovani. Ma anche nelle persone giovani adulte, a volte, si possono osservare disturbi minori della memoria.

Per fornire un aiuto adeguato a coloro, tra i 30 e 55 anni, che lamentano disturbi della memoriaè operativo, nell’ambito dell’Unità Operativa di Neurologia, un ambulatorio specificatamente dedicato ad alterazioni minori della memoria in persone giovani che rivestono ruoli lavorativi di responsabilità.

“Ci sono attimi nella nostra giornata, nel novero dei quali si riflettono piccole sensazioni come ad esempio “capacità di ricordare”, “fatica a concentrarsi”. Il lavoro intenso, anche se di grande soddisfazione, spesso porta ad una stanchezza fisica e mentale con un conseguente senso di malessere che chiamiamo in modo un po’ generico “stress” – spiega Paola Merlo, responsabile dell’ Unità Operativa di Neurologia di Humanitas Gavazzeni -. Il ricoprire ruoli lavorativi importanti, accompagnati anche da incarichi che richiedono sovente infinita responsabilità, può determinare uno stato di stanchezza mentale ed essere anche fonte di disturbi minori come quelli del tono dell’umore e dell’attenzione, sino ad arrivare alla “fatica a ricordare“. Questo coinvolgimento in ambito cognitivo, che comporta un soggettivo disagio senza determinarne una reale compromissione funzionale nello svolgimento delle attività abituali è, in realtà, un disturbo benigno legato a vari fattori. È quindi importante indagare questi aspetti, per poter eventualmente fornire un aiuto adeguato alla persona che lamenta disturbi cognitivi e della memoria, in modo da rassicurarlo in merito alla natura degli stessi”.

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