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L’oculistica italiana sbarca negli Usa

25/10/2011

La tecnica del crosslinking associata alla vitamina B, sviluppata in Humanitas dal dott. Paolo Vinciguerra per la cura del cheratocono, sarà protagonista al Congresso dell’American Academy of Ophthalmology 2011.

E’ l’oculistica italiana la protagonista indiscussa del Congresso dell’American Academy of Ophthalmology 2011. In primo piano il “collagen crosslinking”, la tecnica del crosslinking associata alla vitamina B, una innovativa metodica sviluppata dal dottor Paolo Vinciguerra, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica di Humanitas, per combattere in modo mininvasivo e definitivo i disturbi del cheratocono, una malattia progressiva e degenerativa della cornea che colpisce entrambi gli occhi per lo più in giovane età impedendo una corretta visione e portando al trapianto nel 95 per cento dei casi. Ma la nuova tecnica sta invertendo la tendenza: il 70 per cento dei pazienti trattati per cheratocono nell’ultimo studio clinico seguito presso Humanitas e durato cinque anni ha riportato un significativo e stabile miglioramento della vista senza effetti collaterali. Gli esperti riuniti al Congresso contano di poter avere presto questa metodica, già utilizzata in Europa e in altre parti del mondo, anche negli Stati Uniti (è in attesa dell’approvazione dell’FDA americana, che dovrebbe arrivare nel 2012).

Dottor Vinciguerra, l’Italia – e Humanitas nello specifico – fa scuola negli Usa per la chirurgia mininvasiva oculistica del cheratocono?
“Humanitas ha partecipato al primo studio europeo sul crosslinking. In cinque anni di follow-up in cui abbiamo seguito oltre 700 pazienti (e 1400 occhi) trattati per cheratocono che avevano ricevuto ‘collagen crosslinking’ presso la nostra clinica, il 68 per cento ha ottenuto un significativo risultato in termini di acutezza visiva, rimasta, inoltre, stabile. Nessun trattamento per ora negli Stati Uniti (occhiali speciali, lenti a contatto o impiantate) garantisce gli stessi risultati”.

Come agisce il collagen crosslinking?
“La metodica aumenta i collegamenti incrociati tra le fibre di collagene rinforzando la cornea (indebolita, deforme e assottigliata), stabilizzando il cheratocono ed evitando il trapianto. Il tutto in modo non invasivo. Viene applicato un prodotto fotosensibile a base di riboflavina (vitamina B) che, illuminato dai raggi ultravioletti, favorisce l’avvicinamento delle lamelle corneali. Ma solo dove è necessario, senza danneggiare le cellule circostanti. Prima di procedere all’intervento serve una visita approfondita per valutare lo stato di salute della cornea”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

 

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