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Giappone, orgoglio e solidarietà dopo il sisma

19/04/2011

La testimonianza del prof Masatoshi Makuuchi, presidente dell’Ospedale della Croce rossa giapponese e membro dell’Advisory board di Humanitas Cancer Center.

A poco più di un mese dal terremoto il prof. Masatoshi Makuuchi, presidente dell’ospedale della Croce rossa giapponese e membro dell’Advisory board di Humanitas Cancer Center, scrive a Humanitas, una lettera che è un’importante testimonianza sull’attuale situazione in Giappone. La sua è la voce di un medico e di un cittadino che vive in prima linea una condizione difficilissima, senza dimenticare l’amore per la propria terra e la gratitudine per il mondo in ansia per il popolo giapponese. Ecco la sua lettera.

Negli ultimi giorni abbiamo ricominciato ad avvertire scosse di terremoto di magnitudo 6, la situazione sembra un po’ più calma rispetto a qualche settimana fa, ma i problemi a Fukushima sono in evoluzione. Nelle prime settimane dopo il terremoto dell’11 marzo la grossa esplosione alla centrale nucleare è stata scongiurata, il pericolo però rimane. Il reattore danneggiato è stato raffreddato gettandogli sopra molta acqua, acqua che si è contaminata e alla fine è stata riversata nel Pacifico, causando grandi danni ambientali. Come tutti sapete, l’International Nuclear and Radiological Event Scale (INES) è stato alzato dal livello 5 al livello 7. Anche se ancora siamo lontani come gravità della crisi, si tratta dello steso livello del disastro di Chernobyl. Gli staff medici della Croce rossa rimangono sul campo.
La situazione che abbiamo dovuto affrontare all’indomani dell’11 marzo è stata disastrosa. Il terremoto di magnitudo 8.9 ha colpito la parte Nord-Est del Paese, dopo poco lo tsunami con onde alte 30 metri ha spazzato via tutto sulla costa in quella zona, poi, come è stato visto in tutto il mondo, sono cominciati i problemi al reattore numero 1 della centrale di Fukushima. Come presidente dell’ospedale della Croce rossa giapponese ho inviato la prima squadra di supporto sull’area colpita un’ora e quaranta minuti dopo il terremoto.

Da allora centinaia di team medici sono stati mandati in aiuto da tutto il Giappone, attualmente ho 11 squadre di medici e infermieri che lavorano in quelle zone, ma la carenza di medicinali, di petrolio, acqua e cibo rende l’assistenza medica molto difficile. Alcune aree sono ancora senza elettricità e naturalmente il rischio radiazioni non aiuta. Quasi 28 mila persone sono morte o disperse a causa del terremoto e dello tsunami, più di 150 mila hanno perso la casa, molti di più hanno perso il lavoro. Più di cento bambini sono rimasti orfani, troppi genitori hanno perso i propri figli, l’area di evacuazione per le radiazioni è stata recentemente ampliata.
Non riusciamo a vedere la fine di tutto questo. Dobbiamo fronteggiare una situazione dalla difficoltà schiacciante, però abbiamo anche realizzato che non siamo soli, che tante persone in tutto il mondo si preoccupano per noi e hanno sofferto con noi per le nostre perdite. Da parte del popolo giapponese ringrazio tutti per averci tenuto nel cuore, grazie per l’amore, la generosità e la considerazione che avete dimostrato per il mio Paese.
E Auguro a tutti in Italia una Buona Pasqua.

Masatoshi Makuuchi

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