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Humanitas e CSI, insieme per i giovani

01/12/2009

Una collaborazione dedicata ai ragazzi che fanno sport, all’insegna dei corretti stili di vita, della prevenzione e dell’informazione sull’allenamento più adatto.

“Un ospedale per amico. Stili di vita, stili di sport, stili di cura” è la nuova iniziativa di Humanitas e del Centro Sportivo Italiano per i giovani atleti. La collaborazione punta al benessere, alla prevenzione e all’eventuale aiuto medico, per svelare le condizioni di rischio e predisporre programmi di allenamento specifici per sport e fasce d’età. L’iniziativa ha lo scopo di fornire un qualificato contributo medico e sportivo per tutte le società del CSI che svolgono oggi sul territorio le proprie attività.
Grazie a questa collaborazione, vengono messi a disposizione servizi esclusivi di consulenza e assistenza: dalla scheda di anamnesi personalizzata a test di valutazione; dalla prevenzione del rischio infortuni all’indicazione di un regime alimentare rivolto agli sportivi.

La tutela degli atleti e l’organizzazione di un supporto clinico-specialistico efficace nel settore dilettantistico e giovanile, rappresentano oggi un importante obiettivo. “Di questo progetto apprezzo prima di tutto la filosofia di fondo, perché ritengo che la nostra passione educativa debba legarsi a competenza e professionalità. Quindi formare volontari, dirigenti e allenatori grazie a un’iniziativa che li indirizza a corretti stili di vita e alla prevenzione sanitaria, significa inserirsi in un mondo inesplorato anche per gli Oratori. E poi la concretezza, perché è facile produrre protocolli d’intesa ideali, ma le azioni previste con l’Humanitas e Il Nuovo Calcio puntano sull’informazione e su un servizio utile, se non indispensabile, per le nostre società. E quindi mi auguro che questo esperimento possa crescere nei numeri e ampliarsi sul territorio italiano” spiega Massimo Achini, Presidente Nazionale del CSI (Centro Sportivo Italiano).

Le società subiscono spesso passivamente il problema degli infortuni, trascurando l’individuazione dei centri di cura e degli specialisti necessari per affrontare, nel modo più efficace, almeno i problemi statisticamente più frequenti. Oltre a questo, non si effettua una corretta opera di prevenzione e, tanto meno, si provvede a garantire un’efficace riabilitazione degli infortunati (nonostante le responsabilità che coinvolgono direttamente i tecnici e il presidente) e non si verifica l’effettivo completamento della stessa (esponendosi a nuovi infortuni). “Il progetto prevede un modello di collaborazione basato su valori condivisi di attenzione all’atleta nel momento in cui, purtroppo, diventa infortunato. L’impatto sociale di un trauma da sport è molto elevato e la tempestività dell’intervento medico e riabilitativo è decisiva”. Sottolinea il dott. Stefano Respizzi, responsabile del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero funzionale di Humanitas.

L’iniziativa
Il progetto coinvolge il CSI di Milano, l’Istituto Clinico Humanitas e la rivista Il Nuovo Calcio e consiste in una convenzione tra un istituto di cura (l’ospedale amico) e una popolazione sportiva (CSI Milano) e nella realizzazione di tutti gli strumenti tecnici e di comunicazione (Il Nuovo Calcio) che permettono di ottimizzare il rapporto tra atleti e ospedale. In tal modo, le società dispongono di un punto di riferimento in ambito medico, di un servizio dedicato e delle informazioni necessarie per prevedere un’adeguata tutela e informazione sanitaria per giocatori, famiglie, tecnici e dirigenti. Oltre a questo, si forniranno le informazioni necessarie per individuare gli specialisti di riferimento, affrontare tempestivamente i problemi che si presenteranno e un set di semplici test per individuare i principali fattori di rischio degli atleti.

Centro Sportivo Italiano
E’ un’associazione senza scopo di lucro, fondata sul volontariato, che promuove lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale. Tra le più antiche associazione di promozione sportiva del nostro Paese, il Csi risponde ad una domanda di sport non solo numerica ma qualificata sul piano culturale, umano e sociale.

A cura della Redazione

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