Stai leggendo Humanitas, i percorsi rosa: ginecologia e lotta all’osteoporosi

Magazine

Humanitas, i percorsi rosa: ginecologia e lotta all’osteoporosi

14/07/2009

Prosegue il viaggio nei percorsi ‘al femminile’ di Humanitas: ginecologia, medicina della riproduzione e lotta all’osteoporosi.

Non solo Senologia, con la Breast Unit. Un altro percorso ‘al femminile’ di Humanitas è quello messo a punto dall’Unità Operativa di Ginecologia e Medicina della Riproduzione, in grado di offrire le migliori soluzioni diagnostiche e terapeutiche disponibili in un contesto che tiene conto dei delicati aspetti personali e psicologici della donna.
“In Humanitas – precisa il Professor Paolo Emanuele Levi Setti, responsabile di Ginecologia e Medicina della Riproduzione – affrontiamo fondamentalmente tre importantissimi ambiti della ginecologia: l’assistenza alle coppie sterili o infertili, gli aspetti benigni (come la contraccezione, la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e la menopausa) e le patologie neoplastiche, sulle quali interveniamo con le tecniche laparoscopiche più avanzate e meno invasive. In questi settori, dal punto di vista della prevenzione, della diagnosi e della terapia abbiamo raggiunto risultati impensabili soltanto fino a dieci anni fa. Ora le nostre attività diagnostiche e cliniche vengono coordinate e ottimizzate all’interno di uno spazio strutturato per offrire tutte le caratteristiche di privacy e accoglienza che sono importanti per affrontare le problematiche femminili e di coppia”. In particolare questo percorso integra tutte le attività di prevenzione (come quelle relative alle malattie a trasmissione sessuale), di screening (come il pap test e lo screening per il papilloma virus), di diagnostica per immagini (ecografia con sonde endocavitarie ad alta risoluzione, colposcopia), di terapia chirurgica ambulatoriale. “Abbiamo inoltre sviluppato – prosegue il Prof. Levi Setti – un servizio di assistenza ambulatoriale alla gravidanza, che comprende la diagnostica prenatale non invasiva e invasiva (ultratest ed amniocentesi). Un simile approccio favorisce quindi una visione di insieme della salute della donna e consente di individuare precocemente eventuali problemi e di intervenire con rapidità per risolverli, riducendo il ricorso a interventi più invasivi e a ricoveri prolungati soltanto nei casi più gravi”.

Day hospital chirurgico
“Grazie ad una diagnosi precoce e ad un approccio estremamente conservativo, oggi è possibile eseguire in day hospital interventi chirurgici anche in ambito oncologico. In alcuni casi di tumore, oltre che per patologie non oncologiche, questo ci permette di mantenere il più possibile intatte le funzionalità organiche, e di evitare nella maggior parte dei casi l’asportazione completa dell’utero, un intervento che fino a pochi anni fa riguardava più del 50% delle donne sopra i 60 anni. La nuova struttura ci offre inoltre strumenti ed energie per affrontare con maggiore efficacia anche problematiche forse meno note come l’endometriosi. Si tratta di un grave stato di infiammatorio dell’apparato riproduttivo, provocato dalla presenza anomala di cellule dell’endometrio in altri tessuti. Questa condizione influenza negativamente la qualità della vita, in particolare quella sessuale, ed è considerata una potenziale causa di infertilità. Non a caso colpisce il 30% delle donne che non riescono ad avere figli”.
Humanitas gestisce un importantissimo programma di conservazione della funzione riproduttiva sia maschile sia femminile. In questo ambito vengono garantiti i migliori strumenti di indagine sulle cause di infertilità, le cure necessarie e le eventuali procedure di fecondazione assistita. “Da oltre dieci anni esiste una banca dello sperma e dal 2001 abbiamo attivato un centro per la crioconservazione degli ovociti – aggiunge Levi Setti – strutture che offrono la possibilità di depositare le proprie cellule a chi si deve sottoporre a terapie particolarmente tossiche e ai pazienti oncologici”.

Un punto di riferimento e nuove molecole per contrastare l’osteoporosi
Una delle condizioni che colpisce frequentemente le donne in post menopausa è l’osteoporosi, una progressiva e sempre maggiore fragilità delle ossa dovuta alla diminuzione di massa delle stesse. Un fenomeno legato alle variazioni ormonali, che sta progressivamente aumentando con l’innalzamento della vita media. Per la diagnosi e la cura di questa patologia Humanitas offre percorsi terapeutici sempre più avanzati e personalizzati.
L’osteoporosi è una condizione insidiosa, poiché è silente e non provoca dolore fino al momento in cui compare una frattura, complicanza quasi inevitabile nel paziente non in terapia. Non è raro osservare fratture delle coste spesso secondarie ad un colpo di tosse. Più in generale, le complicanze dell’osteoporosi rappresentano un grosso problema con aumento di morbilità, mortalità e disabilità. L’osteoporosi è una patologia che non si sviluppa solo con la menopausa ma può essere favorita anche da altri fattori come la familiarità o malattie quali l’artrite reumatoide, o dall’utilizzo di farmaci come il cortisone. Tutte le donne a rischio dovrebbero effettuare la MOC (mineralometria ossea computerizzata), una misurazione della densità dell’osso. Questo test fornisce un indice di riferimento che viene comparato con i valori standard in condizione di salute, e permette così di valutare immediatamente l’entità del problema. Ripetendo l’esame periodicamente (ogni 18 mesi) i medici sono in grado di monitorare le variazioni nel tempo e soprattutto di valutare l’efficacia delle terapie.

“Per contrastare l’osteoporosi – interviene il dottor Marco Massarotti, referente per le malattie osteometaboliche nell’ambito dell’Unità Operativa di Reumatologia di Humanitas – i farmaci più utilizzati sono ancora oggi i bisfosfonati, che riducono il riassorbimento dell’osso. Di solito vengono assunti settimanalmente per via orale, ma esistono nuove sostanze di questo genere che possono essere somministrate per via endovenosa, una volta ogni tre mesi, o addirittura una volta all’anno”.
La ricerca farmacologica ha messo a punto negli ultimi anni molecole innovative che agiscono in modo più efficace sui meccanismi dell’osteoporosi. “Una delle novità piú interessanti in questo settore – prosegue il dottor Massarotti – è rappresentata dalla commercializzazione di farmaci osteoanabolici, quali il teriparatide o il paratormone intatto, che stimolano specificamente la neoformazione ossea. Un’altra novità degli ultimi anni è rappresentata dal ranelato di stronzio, un farmaco che agisce sull’osso con una doppia azione: da una parte diminuisce il riassorbimento osseo, come fanno i bisfosfonati, dall’altro stimola le cellule che contribuiscono alla neoformazione delle ossa. In un prossimo futuro si affermerà l’uso di farmaci biologici che agiscono in modo più sofisticato sui meccanismi di comunicazione tra le cellule dell’osso. Inoltre, nei prossimi anni, si renderà disponibile il denosumab, un anticorpo monoclonale che sembra in grado di bloccare il fenomeno del riassorbimento osseo in modo più efficace rispetto ai bisfosfonati”. La disponibilità di farmaci sempre più avanzati e la possibilità di monitorare in modo accurato il loro effetto sui pazienti permette oggi di costruire percorsi terapeutici disegnati su misura della donna, che contribuiscono a garantire più a lungo il suo stato di salute e quindi la qualità della vita.

 

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita