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Sei ore per la vita e Camminata dell’amicizia

15/04/2008

Sabato 19 aprile 2008 si terrà “6 ORE per la vita”, manifestazione natatoria non competitiva aperta a chiunque sia in grado di nuotare. È un’iniziativa benefica a favore di Associazione Speedy amici di Ivano. L’ingresso costa 6 euro, l’appuntamento è presso le piscine di Stendhal, via Dante Oggiono (LC). Inizio gare ore 16.
www.gruppospeedy.altervista.org

Domenica 20 aprile 2008 è in programma la “35° Camminata dell’Amicizia”, marcia non competitiva di 12 KM che ogni anno raduna più di 20.000 persone che si ritrovano per vivere insieme un grande evento fatto di sport, divertimento e solidarietà, sostenendo le attività dell’Associazione La Nostra Famiglia in favore dei disabili. I testimonial di quest’anno sono il principe Alberto di Monaco e il pilota Max Biaggi, che hanno manifestato solidarietà e apprezzamento per l’iniziativa.
In questa occasione (ricordiamo che Ivano ha vinto per anni la Camminata nella categoria delle carrozzine), verrà consegnato all’Associazione Speedy un premio particolare alla memoria. Inoltre il nostro impegno è quello di fare, come Associazione Speedy, il gruppo più numeroso è per questo che ti chiediamo di partecipare con noi. Tagliando per partecipare: 5 euro.
Presso l’Associazione La Nostra Famiglia di Bosisio Parini 23842 (LC), Via don Luigi Monza, 20.
www.lanostrafamiglia.it

Le due manifestazioni sono organizzate in memoria di Ivano Rigamonti (26 aprile 1970 – 10 dicembre 2007). Qui di seguito un suo ricordo.

Una nuova stella si è alzata nel cielo…
Ciao Speedy, ora puoi correre, parlare e cantare come hai sempre desiderato.
Ciao amico, il tuo sguardo ed i tuoi sorrisi rimarranno per sempre nei nostri cuori.
Ora saremo tutti un po’ più soli.
Non ci abbandonare e seguici sempre con la tua luce, fatta di speranza, coraggio e voglia di vivere.
Ciao Ivano e grazie della tua silenziosa amicizia
.

Non è facile descrivere in poche righe ciò che proviamo in questo momento. L’emozione è troppo grande, ed è un misto di sconcerto, di rabbia, di sgomento, di tristezza, di nostalgia. Caro Ivano, la tua presenza fra di noi era una presenza che non passava inosservata. Sei stato per tanti anni, per quasi tre decenni, il perno intorno al quale è girato tutto. Sono tanti i tuoi amici, lo sai… e da quando è iniziata la tua malattia, soprattutto, il numero dei tuoi amici è sempre aumentato, sempre più, senza mai diminuire o perdere in qualità. Siamo in tanti a volerti bene, ad averti voluto bene. E tu ne hai sempre voluto a tutti noi e ad ognuno.
No, è impossibile immaginare ora che la nostra vita sia la stessa, senza il nostro Ivano a riempire la nostra esistenza con gesti di amicizia, di solidarietà, di speranza, di impegno, di tenacia, di caparbietà… Tutti noi abbiamo imparato molto dal nostro “Boss”. Così ti chiamavamo spesso, Ivo… anche a te piaceva essere chiamato così, e nello stesso modo a volte ti rivolgevi ad Andrea o ad alcuni di noi. “Boss” era il nostro modo di chiamarti soprattutto per farti capire che tu eri importante per noi. Poi, a dirla tutta, a volte ti montavi un po’ la testa e iniziavi a comandarci tutti a bacchetta, come farebbe un vero Boss… Quando avevi in mente qualcosa, nessuno riusciva a farti cambiare idea. Eri sempre un vulcano di iniziative, la tua mente era sempre in movimento per organizzare nuovi eventi: partecipare ai concerti di musica, alle partite di basket a Cantù, l’appuntamento annuale alla Camminata dell’Amicizia, i tornei di calcio, le manifestazioni per Telethon, le sfilate di moda, le vacanze a Jesolo, le uscite con gli amici in compagnia, le cene…

Insomma, ce la mettevi tutta per non rischiare di annoiarti troppo ed anche per non fare annoiare i tuoi amici, ma anche tuo fratello Andrea, la mamma Franca e la nonna Ernestina. A volte noi stessi dovevamo dirti “adesso stai calmo un po’, boss… lasciaci riposare!”. Ma quello era il tuo modo di tenerti vivo e soprattutto di lottare contro la tua malattia e la tua condizione di vita. Una ne facevi e cento ne pensavi. Hai lottato per tanti anni. I medici stessi non si capacitavano di come potessi riuscire a resistere a lungo nelle tue condizioni. Ma tu hai sempre creduto fino in fondo nella vita. Quella stessa vita che magari altri giovani buttavano via in modo stupido – tu stesso lo dicevi sempre, riferendoti ai ragazzi che morivano per la droga o per l’alcool, magari in incidenti stradali o in circostanze analoghe – , tu la consideravi invece il bene più prezioso: nonostante la vita ti abbia riservato molti dolori, hai sempre cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Per noi, tuoi amici, e per tanti altri ragazzi che hanno ascoltato o letto la tua testimonianza in questi anni, sei stato davvero un esempio ineguagliabile. Una testimonianza preziosa anche per la gioventù del mondo d’oggi. Ma ora hai dovuto cedere al “drago”. Soprannominavi sempre la tua malattia “il drago”, e tu sei stato il guerriero valoroso che vi ha combattuto contro, fino alla fine. Hai combattuto ad armi impari, perché il drago era molto potente, e tu lo sapevi. Tutti noi abbiamo fatto il tifo per te, ma non è stato sufficiente. Hai dovuto arrenderti. L’unica certezza, che può lenire un po’ il nostro dolore e colmare in qualche modo il vuoto della tua scomparsa, è il saperti ora in Paradiso. Siamo sicuri che la tua salita fin lassù, in cielo, è stata davvero la corsa più importante e più veloce per te. Ed ora che Dio ti ha liberato dal peso terreno, sarai più libero di correre con serenità fino al traguardo.
Corri, Ivano, corri, noi continuiamo a fare il tifo per te. Mamma Franca è già all’arrivo ad aspettarti. Noi non possiamo più spingerti, ma siamo sicuri che non è più necessario. Ora sei tu il più veloce di tutti. E la vittoria è già tua. Non ti dimenticheremo mai, Boss. Sarai sempre nei nostri ricordi, nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere. Anche tu ricordati sempre di tutti noi. Ti vogliamo bene, ciao Ivano.

I tuoi amici
E tutti i membri del Gruppo Speedy

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