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Ramona Badescu: ho fatto un regalo ai neonati rumeni

28/01/2003

Viene dalla Romania dove ha cominciato a quattro anni a cantare e ballare in televisione. In Italia ha partecipato a numerose fiction televisive (tra cui “Un medico in famiglia” e “Incantesimo”), ma anche cinema e teatro. Il 4 febbraio al Teatro Manzoni di Roma Ramona Badescu sarà la protagonista dello spettacolo teatrale “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”, di Alessandro Capone, parodia del film di Almodovar, ruolo interpretato cinque anni fa da Claudia Köll. Ama l’Italia, ma ha il suo Paese nel cuore dove proprio un mese fa è tornata per una visita particolare: portare un milione di euro in apparecchiature ospedaliere per la cura dei neonati, raccolte per sua iniziativa con la collaborazione di un gruppo di medici di Reggio Calabria.

Ci puoi raccontare di questa bella iniziativa umanitaria
“Sono rumena e si sa che ci tengo al mio Paese. Visto che qui sono un’extracomunitaria fortunata, perché non approfittarne a vantaggio di chi sta peggio? Un sorriso femminile riesce a smuovere più di un ambasciatore rumeno…”

Ma com’è andata?
“È successo un po’ per caso, quando l’anno scorso mi trovavo allo stadio di calcio di Reggio Calabria in occasione della Partita del Cuore. Ho un amico che lavora nella direzione sanitaria dell’Ospedale di Reggio e, parlando con lui sugli spalti, ho saputo che le apparecchiature ospedaliere sarebbero state di lì a poco completamente rinnovate. Quelle che venivano sostituite erano ancora in ottime condizioni, anche perché “vecchie” solo di due-tre anni. Mi è venuta subito l’idea. Con un fratello medico, ho ben presente che in Romania la Sanità è molto al di sotto delle aspettative, negli ospedali si fanno ancora bollire le siringhe. Ho incontrato il Direttore sanitario, molto disponibile, e abbiamo organizzato tutto, coinvolgendo la Regione Calabria e l’Ambasciatore della Romania. Così incubatrici, apparecchi polmonari e altro, per i neonati del mio Paese, sono stati trasportati lo scorso 23 gennaio da una nave militare rumena. Devo ringraziare l’Ospedale di Reggio Calabria, perché la donazione non è così ovvia o semplice come sembra: ci sono ospedali che preferiscono trattenere questi apparecchi “vecchi” anche se non ne fanno più uso”.

E alla tua salute stai attenta?
“Moltissimo. La ditta Badescu è una ditta privata e non si può permettere di stare male”.

Per non ammalarti, esegui con regolarità i controlli previsti?
“Sono ligia. Ogni sei mesi mi controllo. È una forma di rispetto che dobbiamo a noi stessi e a quelli che ci circondano. E poi cerco di prevenire le malattie più banali con piccole attenzioni quotidiane”.

E cosa fai per mantenerti in forma, curi anche l’alimentazione?
“Il mio problema sono i fianchi. E, purtroppo, fino a poco tempo fa, mi sono persa in diete perenni e “da fame” senza alcun successo. Poi, finalmente, mi sono rivolta a un medico-dietologo: così ho fatto la prima dieta della mia vita che mi ha consentito, mangiando di tutto e abbinando il movimento (danza), di vedere dei buoni risultati e senza scompensi sulla salute. Lo consiglio a tutti”.

Il piatto a cui comunque non resisti?
“La millefoglie con le fragole”.

La malattia ti fa paura?
“Sì. Anche perché finché io sono sana posso aiutare le persone che mi stanno intorno se hanno bisogno di aiuto”.

Hai mai interpretato la parte di un medico o di un’infermiera?
“No, ma mi piacerebbe tantissimo anche perché è un mondo che sento vicino: oltre al fratello medico, io stessa, all’inizio, ho studiato medicina. Volevo fare pediatria, ma poi la mia “pazzia” per la musica ha vinto su tutto”.

Il tuo medico ideale?
“George Clooney in ER. Lo sposerei”.

Ti informi di salute leggendo?
“Moltissimo. Leggo molto in generale, ma anche di salute e medicina, perché penso sia importante tenersi aggiornati su tutte le possibilità e le nuove tecniche. E le giro anche agli amici, quando so che potrebbero servir loro in quel momento. Ritengo però importante leggere e confrontare le notizie, perché, per farne un buon uso, occorre sviluppare un certo senso critico”.

A cura di Francesca Blasi

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