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Ernia del disco: trattamento microchirurgico

02/01/2002

La microchirurgia per il trattamento dell’ernia discale offre numerosi vantaggi. Ma che cos’è l’ernia del disco e perché si forma? L’ernia del disco consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo dall’anello che si può lacerare, a livello degli ultimi tre anelli lombari. Due sono i motivi per cui si può formare: un eccessivo sforzo durante l’attività lavorativa o nello sport, in questo caso si parla di ernia traumatica, più frequente nelle persone giovani. “L’altro motivo – spiega il neurochirurgo di Humanitas Gavazzeni Cesare Griffini, che collabora con l’Unità Operativa di Ortopedia diretta dal dr. Attilio Riva – è degenerativo, legato cioè all’età: in questo caso si tratta dell’artrosi lombare che colpisce le persone dopo i 50-55 anni e che causa naturali fissurazioni dell’anello che tiene il disco, dal quale esce l’ernia. Non esiste propriamente un’età a rischio: classicamente viene detta la quarta o quinta decade di età, ma abbiamo operato anche pazienti molto giovani, di 13-14 anni, e pazienti di 80 anni”.

In cosa consiste l’intervento di microchirurgia?
“Innanzitutto bisogna sottolineare che questo tipo di intervento è indicato nei casi di ernie che non hanno avuto beneficio dalla terapia tradizionale (sia farmacologia sia chiropratica) e nelle ernie espulse, cioè che hanno abbandonato il disco. In questi casi altri tipi di interventi, come il laser e la nucleoaspirazione, non funzionano.
La metodica microchirurgica si caratterizza per l’uso del microscopio operatorio. Il paziente, in anestesia generale, viene messo nella posizione di “decubito genupetturale”: attraverso incisioni di 2-3 cm, viene asportata l’ernia espulsa e si pulisce il disco per evitare che si riformi. Ciò può avvenire nel 3-4% dei casi. L’intervento di microchirurgia non comporta solo piccoli tagli, ma un rispetto generale delle strutture (la dura, la radice, il grasso peridurale, le vene peridurali). Grazie all’ingrandimento ottico, l’intervento viene miniaturizzato e quindi risulta meno traumatico”.

Quali sono i vantaggi per il paziente?
“Grazie al traumatismo ridotto, il paziente passa solo una notte a letto, il giorno dopo l’intervento comincia già a camminare e solitamente torna a casa dopo due giorni. La ripresa dell’attività lavorativa, se pesante, avviene dopo 8 settimane. A distanza di un mese dall’intervento, il paziente si sottopone ad una visita di controllo per decidere il tipo di ginnastica riabilitativa”.

Si può parlare di prevenzione?
“Non di prevenzione, ma di buone abitudini. Le ernie del disco sono aumentate rispetto al passato. Innanzitutto perché vengono diagnosticate in modo più preciso ed efficace: Poi ci sono le abitudini di vita attuali che accentuano il problema come la sedentarietà in ufficio, i movimenti scorretti, l’uso frequente dell’auto, l’utilizzo dell’ascensore invece delle scale: questi comportamenti causano un depotenziamento della muscolatura che sostiene la colonna vertebrale. Ci vuole più movimento: lo sport e l’attività fisica in genere rappresentano un’ottima “prevenzione”.

A cura di Francesca Di Fronzo

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