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Cardano, medico astrologo e…

11/11/2003

E’ quella che ha cercato un personaggio poliedrico ed estroverso, Girolamo Cardano che si sentiva “signore del tempo”. Cosciente del suo ingegno e delle infinite possibilità della speculazione, ha lasciato un patrimonio di intuizioni, anche se legate al suo più appariscente aspetto di grande astrologo del Rinascimento

Nel 2001 i cinquecento anni dalla nascita di Girolamo Cardano, furono celebrati con grande impegno mediante convegni e dall’editoria specializzata, (come la rivista l’–Erasmo); il nostro, nato a Pavia, crebbe a Milano e dintorni e da questi luoghi la sua fama si diffuse in tutta Europa.
Cosa interesserebbe conoscere di lui? Il suo versante di filosofo? Di matematico? Di astrologo o di medico? Quale la molla che lo spinse a cercare di raggiungere il limite delle risorse umane? Il fatto che avesse orrore di morire sconosciuto, dimentico, di non lasciare traccia.

Seguire Cardano nella sua vita di 75 anni, in un periodo che copre tre quarti del Rinascimento, e sappiamo che periodo denso sia stato sotto ogni profilo, è particolarmente arduo.
Forse, in questa sede può essere spunto per un approfondimento il fatto che per questo genio inquieto, che assistette alla condanna del figlio maggiore per avvelenamento, la medicina fu un aspetto fondamentale di ricerca e di confronto. Astrologo e medico, un’antinomia?

Collochiamo Cardano nel suo tempo: non c’era illustre personaggio che non si facesse fare l’oroscopo, (i Medici, cultori d’arte e mecenati ne erano degli appassionati) o che per un disturbi fisiologici non consultasse gli astri. Limiti della vera scienza, o sconfinamenti e incastri di diversi saperi legittimi? Basta essere padroni del limite, ecco il punto. Cardano commentò i testi più antichi di Ippocrate, il suo medico ideale del quale era fatto obbligo a suo parere di conoscere tutta l’opera; lo colpì soprattutto la raccolta di casi, dal titolo “Epidemie”, trovandolo – ecco la novità – ideale modello per le predizioni. L’astrologia doveva avere il supporto della medicina; come spiega chiaramente Anthony Grafton, storico della cultura rinascimentale, nel libro edito da Laterza e a Cardano dedicato: “Cardano iniziò evidentemente, piuttosto presto, nella sua carriera di astrologo, a desiderare che la propria arte… avesse anche un Ippocrate che fosse stato in grado di fornire, mediante una scelta appropriata di singoli casi, le basi tecniche dell’arte stessa”.

Un’astrologia dunque sul modello medico, con uno studio delle fonti antiche, nelle quali rientrava anche Tolomeo che nell’impenetrabile “Tetrabiblos”, aveva indicato i fondamenti dell’arte astrologica.
Tolomeo e Galeno appartenevano al momento culturale che vide la fioritura della filosofia naturale alla fine del I e II secolo d. C. , impossibile non considerarli.
Quella che è stata definita la “koinè medica mediterranea” permetteva in fondo un atteggiamento ben lontano dall’attuale; come accennato più sopra, era normale che in un momento di debolezza fisica si consultasse un medico, un astrologo o… un’esorcista! Soprattutto nell’Italia meridionale è noto che i rimedi, sconfinavano nel ridicolo – per noi moderni – come ballare la tarantella fino a guarigione (o sfinimento) del paziente.
Ciarlatani in giro ce n’erano parecchi in circolazione, medici come noi li intendiamo pochissimi; troppo sottile il confine con l’astrologia e l’esame delle “congiunture” stellari; definire il campo delle competenze scientifiche era pratica molto lenta anche se graduale.

Cardano riconosceva che non si potevano soddisfare in pieno i bisogni del cliente e disapprovava l’uso dei talismani, suggeriti invece da autorità come Marsilio Ficino; è bella comunque la sua immagine per la quale l’uomo, aveva il corso della vita impresso dal moto dei pianeti al momento della nascita come la forma che “faceva il sigillo caldo sulla ceralacca” (Grafton). Niente sicurezze, niente certezze, Cardano è consapevole del risultato ingannevole delle interrogazioni astrologiche.
Questa consapevolezza del limite lo portò a equilibrare le sue risorse intellettuali in altri campi, come la medicina, della quale fu “docente di teoria”. La sua fama in questo campo, era legata alla sua capacità di fare diagnosi e nel trattare malattie nelle quali altri fallivano. Amava giocare d’azzardo, e la sua baldanza sconfinava anche nell’affrontare la prova del fuoco con i colleghi; alle sue predizioni sulle cause della morte di pazienti, risultava vincitore. Succedeva platealmente durante le lezioni di anatomia, eventi pubblici che erano organizzate anche nei teatri, per quel gusto scenografico che all’epoca non risparmiava nessuno!
Le congetture di Cardano si confermavano allora infallibili, in un tempo che riteneva come normale l’influsso del moto dei pianeti sulla pratica di un salasso o la preparazione di un farmaco.

Astrologia e medicina erano unite o viaggiavano su binari paralleli?
Gli studiosi, tra cui Grafton, concludono che entrambe le scienze, come “arti della predizione” erano indipendenti; Cardano riconosce anche che un medico ha miglior fama di un astrologo, così pure che è costatabile molta più diligenza nell’affrontare l’astrologia che nella medicina. Sapeva padroneggiare entrambi gli ambiti, forse per la sua particolare abilità, unica e singolare. I suoi libri, non sono certo di facile lettura; spaziano troppo da argomenti elevati ad altri di basso contenuto, infarciti di citazioni, di riferimenti, d’analisi critica nel quale comunque fu ritenuto maestro, soprattutto su riguardo alle proprietà di oggetti naturali. Un esempio usuale è quello riguardante le proprietà della saliva, considerate da Plinio il Vecchio e studiate da Cardano; e non gli sfuggonole “meraviglie” della natura e i sogni, intesi come “squarci rapidi e imprevedibili”.

Cardano non lo può cogliere il lettore distratto e impaziente di arrivare a capirlo; è un personaggio complesso, affascinante e contraddittorio, sognatore e vanesio, al punto di stendere, forse per primo, la lista di chi aveva parlato di lui, oltre che un’accurata biografia. Passato e futuro, la visita di demoni (proprio così!), la ricerca della connessione tra fenomeni, il desiderio spasmodico di essere in grado di fornire risposte definitive; Cardano si sentiva come “illuminato”, un sapiente analitico in grado di svelare i mille particolari della vita.

Criticato e bersagliato, ma indispensabile, l’astrologo, medico e naturalista Cardano ha attraversato il Cinquecento lasciando opere uniche: il “De consolatione”, il “De subtilitate”, il “De rerum varietate” e l’”Ars magna” nella quale rivaleggia con l’esperto d’algebra Nicolò Tartaglia. Altri inediti videro la pubblicazione nel 1663 a Lione, dal titolo “Opera omnia”, a cura di Charles Spon.
“Il Prosseneta. Ovvero della Prudenza politica”, XI libro della Biblioteca dell’Utopia (Silvio Berlusconi Editore) è uscito nel 2001 nella prima traduzione italiana; in quest’opera (in edizione numerata, ma anche in brossura per la Mondadori), riflette la sua visione pragmatica della vita, nella quale bisogna difendersi e offre la sua guida in una visione etica forse discutibile che contempla il delitto, “da commettere raramente e con pietà”.
Girolamo Cardano rimane una delle grandi figure piene di contraddizioni, dal fascino dell’incantatore e dall’acume scientifico, in un equilibrio pronto a rompersi ad ogni istante.
In questa capacità di scongiurare la rottura, sta la sua grandezza di uomo destinato a penetrare, senza scalfirlo, il mondo dell’oltre conoscenza.

Si consigliano la lettura del testo di Anthony Grafton:
Il signore del tempo. I mondi e le opere di un astrologo del Rinascimento”, Editori Laterza e i testi di E. Garin e di J. Burckhardt sulla civiltà del Rinascimento.

A cura di Cristina Borzacchini

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