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Farmaci antitumorali sempre più efficaci

16/05/2005

I farmaci utilizzati nella terapia del tumore del seno sono il tema su cui si è focalizzato il convegno nazionale “Riflessione sull’attualità delle antracicline nel carcinoma mammario”, tenutosi a Milano il 20 maggio.
L’evento scientifico, organizzato dall’Istituto Clinico Humanitas, è stato coordinato dal dott. Armando Santoro, responsabile del Dipartimento di Scienze Onco-Ematologiche di Humanitas e dal dott. Alberto Scanni dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, e sarà presieduto dal dott. Emilio Bajetta dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Vi hanno partecipato esperti di diverse città, fra cui Alessandro Bertolini dell’Ospedale Civile di Sondrio, Saverio Cinieri dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, Alessandro Comandone dell’Ospedale Gradenigo di Torino, Massimo Federico dell’Istituto Oncologico di Modena, Vito Lorusso dell’Istituto Oncologico di Bari, Graziella Pinotti dell’Ospedale di Circolo di Varese e Riccardo Ratti dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Il convegno ha rappresentato un’occasione, per oncologi ed ematologi, di approfondire e discutere le strategie terapeutiche più attive e meno tossiche nell’ambito di neoplasie ad alta incidenza.
“Il problema del tumore della mammella è di particolare interesse ed entità – spiega il dott. Santoro -. E’ una malattia guaribile in un’altissima percentuale di casi (oltre l’80-90%), che spesso necessita di chemioterapia a scopo preventivo.
I farmaci maggiormente utilizzati in questa neoplasia sono le antracicline, efficaci nella cura di diverse malattie tumorali, in particolare tumori della mammella, sarcomi, linfomi, mielomi e leucemie. Uno dei maggiori limiti all’impiego delle antracicline, soprattutto per le terapie prolungate, è rappresentato dalla potenziale cardiotossicità di questi farmaci, quando somministrati oltre determinati dosaggi cumulativi o in pazienti con associate patologie cardiologiche. In questi casi, se ne deve sospendere la somministrazione.
Negli ultimi anni sono state però sperimentate delle nuove antracicline, che stanno nettamente riducendo questo problema della cardiotossicità: lo sviluppo di tali molecole consentirebbe di somministrare dosi più elevate anche a pazienti con disturbi cardiologici. Gli studi iniziali sembrano confermare tale aspetto positivo, senza che questo implichi una riduzione dell’efficacia terapeutica”.

Di Monica Florianello

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