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La tubercolosi, un flagello mondiale

24/03/2014

 

Circa un milione di persone si ammalano di tubercolosi ogni anno. Solo una su cinque riceve terapie, pesantissime ed efficaci al 50%. La ricerca come si sta muovendo? Lo abbiamo chiesto al professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas in occasione della Giornata Mondiale della Tubercolosi.

 

Risposta a cura del prof. Alberto Mantovani

direttore scientifico dell’Istituto Humanitas

e docente di Patologia all’Università degli Studi di Milano

Alberto Mantovani

 

«Un terzo della popolazione mondiale porta il microbatterio della Tubercolosi che però è tenuto a bada dal sistema immunitario, quindi il rapporto fra il nostro sistema immunitario e il microbatterio che causa la tubercolosi è fondamentale dal punto di vista del controllo dell’infezione.

In questo momento esistono due problemi. Il primo è la comparsa di ceppi di tubercolosi resistenti ai tutti i farmaci che abbiamo a disposizione. Per prevenire l’insorgenza di ceppi resistenti abbiamo bisogno di nuovi farmaci e di fare in modo che tutte le persone al mondo vengano curate nel modo corretto, cosa non sempre possibile soprattutto nei Paesi più disagiati.

Il secondo problema riguarda il rapporto fra immunità e infezione. Non abbiamo un vaccino efficace che assicuri protezione agli adulti. Il BCG, infatti, è uno dei vaccini più diffusi al mondo ma protegge dalla tubercolosi nell’infanzia. Questa è una delle sfide della ricerca scientifica in tutto il mondo: attualmente sono in corso sperimentazioni cliniche di nuovi vaccini contro la tubercolosi efficaci anche per gli adulti. La grande speranza è che si trovi al più presto un vaccino che aiuti ad affrontare questo grande flagello».

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